Caro materie-prime e mannaia fiscale, non c’è pace per i ristoratori italiani

 

 

Roma, 13 Novembre 2021 – Non c’è tregua per i piccoli imprenditori italiani del settore della ristorazione, traino dell’economia ed eccellenza riconosciuta in Europa e nel Mondo. Sono e rimangono in debito di ossigeno.

La mannaia del fisco

È un mese nero, quello attuale, che non sarà dimenticato. «Entro il 30, infatti, bisognerà pagare, in un’unica soluzione, tutte le cartelle di rottamazione, altrimenti decade il diritto al beneficio, chiamiamolo così. E a novembre, vale la pena di evidenziare, coesistono ben 233 scadenze fiscali. Duecentotrentatré! Sono giorni roventi, i nostri», ha reso noto Paolo Bianchini, presidente dell’associazione di categoria MIO Italia, Movimento Imprese Ospitalità, «al servizio dell’Horeca», aderente a Federturismo Confindustria.

I sopravvissuti

L’associazione MIO Italia, giovane ma ormai divenuta una realtà nazionale presente sui tavoli istituzionali, è sorta per tutelare i piccoli, cioè ristoranti, bar, pizzerie, pub e cocktail bar in tutto il Paese. I piccoli, che pur costituendo l’ossatura economica dell’Italia, «nessuno più ascoltava con la dovuta attenzione».

«Non bastava il caro-materie prime, con il conseguente caro-bollette, più il relativo effetto domino degli aumenti generalizzati. Ora arriva pure la batosta fiscale, quando il Paese non solo è in crisi e sofferente, ma ancora in emergenza e in pienapandemia inflattiva”, forse la più pericolosa degli ultimi trent’anni», ha specificato  Paolo Bianchini.

«La pandemia inflattiva»

Se ne parla poco, troppo poco, ed è strano. «Gli aumenti, come evidenziato dal Centro studi di MIO Italia e confermato da diversi indicatori, sono quasi tutti a due cifre. Riguardano, ad esempio, la frutta, il pane, la pasta, le patate, il caffè e le bevande, ma anche carne e latte con percentuali considerevoli», ha spiegato Paolo Bianchini. «E l’effetto domino dei rialzi – ha proseguito – sta colpendo anche i costi degli imballaggi, dei trasporti, dei noli, dei container e così via».

Scadenze e fallimenti

Se il Paese è ancora in emergenza, come in effetti è, bisognerebbe agire di conseguenza, con una tregua fiscale. Invece ciò non avviene, Allora qualche domanda bisogna porsela, dicono a MIO Italia. «Perché è stato riavviato il salasso impositivo? Nel 2020 abbiamo assistito a 300mila fallimenti di aziende. E il comparto Horeca, eccellenza italiana, è fra i più colpiti», ha sottolineato Paolo Bianchini. Facendo due rapidi conti, il tracollo ha interessato 822 imprese al giorno, oltre 34 l’ora, più di una ogni due minuti. E dietro a ogni impresa ci sono delle persone, delle famiglie, finite sul lastrico.

Le proposte

«MIO Italia ha presentato già da tempo un articolato pacchetto di proposte. In questo senso, voglio segnalare il taglio dell’Iva al settore legato alla ristorazione», ha spiegato Paolo Bianchini. Proseguendo: «L’abbassamento dell’Iva, dal 10 al 5 per cento, è infatti possibile ed è previsto dall’Europa sulla base delle Direttive 2006/112/CE, del 28 novembre 2006, e 2009/47/CE del 5 maggio 2009». Questa  proposta di Mio Italia è stata oggetto anche di una pubblicazione scientifica.

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