Obiettivi principali del premier Draghi nel discorso alle Camere

 

Roma, 17 Febbraio 2021 – Questa mattina il premier Mario Draghi si è recato al Senato per il suo primo discorso in qualità di presidente del Consiglio (integrale in fondo). In vista del voto per la fiducia ha elencato gli obiettivi del suo Governo.

L’Unione europea

Tra le prime cose ha espresso sostegno a Ue, euro e Nato. «Questo governo nasce nel solco dell’appartenenza del nostro Paese, come socio fondatore, all’Unione europea, e come protagonista dell’Alleanza Atlantica, nel solco delle grandi democrazie occidentali, a difesa dei loro irrinunciabili principi e valori», ha dichiarato Draghi. «Sostenere questo Governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro. Significa condividere la prospettiva di un’Unione europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione».

Covid-19

L’emergenza pandemica è uno temi principali nel discorso di Draghi sia perché è chiamato a gestire la crisi, sia perché deve pianificare l’uscita dalla crisi stessa e la ripresa successiva. «Il principale dovere a cui siamo chiamati tutti è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea dove combattiamo tutti insieme. Il virus è nemico di tutti».

I vaccini

Il premier ha, poi, elogiato il lavoro fatto dagli specialisti. «Gli scienziati in soli 12 mesi hanno fatto un miracolo: non era mai accaduto che si riuscisse a produrre un nuovo vaccino in meno di un anno. La nostra prima sfida è, ottenutene le quantità sufficienti, distribuirlo rapidamente ed efficientemente».

Cosa troveremo dopo?

«Quando usciremo, e usciremo, dalla pandemia, che mondo troveremo?» si è poi chiesto Draghi. La sua risposta è che il futuro sarà molto più complesso di quello che ci aspettiamo. «Alcuni pensano che la tragedia nella quale abbiamo vissuto per più di 12 mesi sia stata simile a una lunga interruzione di corrente. Prima o poi la luce ritorna, e tutto ricomincia come prima. La scienza, ma semplicemente il buon senso, suggeriscono che potrebbe non essere così».

Scuola

Secondo Draghi, la crisi causata dal coronavirus è stata pesante anche dal punto di vista educativo, e la didattica a distanza non è riuscita a fare molto per evitarlo. Uno degli obiettivi è «tornare rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie. Ma dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno. Soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà. Il ritorno a scuola, comunque, deve avvenire in sicurezza».

L’ambiente

Nel discorso di Draghi è stato dedicato ampio spazio all’ambientalismo e alla necessità di una transizione verde per superare la pandemia. Nell’introdurre il tema ha parlato espressamente del riscaldamento globale come di una sfida e dei rischi connessi ad esso. Ma anche citando il fatto che probabilmente è stata una delle cause della pandemia. Poi il premier ha citato papa Francesco: «Le tragedie naturali sono la risposta della Terra al nostro maltrattamento» e ha parlato della «necessità di un approccio nuovo per far coincidere ambientalismo e benessere sociale. Digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori, biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l’ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane».

Economia e sociale

Pandemia che ha causato, afferma Draghi, «gravissime conseguenze anche sul tessuto economico e sociale del nostro Paese. Con rilevanti impatti sull’occupazione, specialmente quella dei giovani e delle donne. Un fenomeno destinato ad aggravarsi quando verrà meno il divieto di licenziamento. Una situazione che verrà affrontata sostenendo le imprese, ma non in modo indiscriminato né senza richieste. Bisognerà, in pratica, decidere quali imprese sostenere e spingerle a guadagnarsi questo sostegno riformandosi».

La conclusione del suo discorso, il premier, l’affida a una frase che è un po’ il motto che ha portato alla nascita del suo Governo. E che probabilmente sarà la cifra della sua azione politica: «oggi l’unità non è un’opzione, è un dovere».

 

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