Myanmar, l’Onu condanna le morti dei civili

 

 

New York, 2 Aprile 2021 – Usare “tutti i mezzi” per evitare unacatastrofe” e un “bagno di sangue”. Queste le parole dell’inviato delle Nazioni Unite per il Myanmar, Christine Schraner, in una riunione a porte chiuse del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Esorta interventi urgenti. “Servono azioni significative che invertano il corso degli eventi” ha aggiunto l’esponente delle Nazioni Unite, parlando di un rischio “senza precedenti” di “guerra civile“.

Condannate le morti civili

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità una dichiarazione in cui condanna fermamente la morte di civili in Myanmar. Inoltre esprime preoccupazione per il deterioramento della situazione.

Molto duri i negoziati, durati 2 giorni, che hanno portato alla dichiarazione adottata dai membri del Consiglio di sicurezza. In gran parte ammorbidita per superare l’opposizione della Cina.

Nelle precedenti versioni, infatti, si affermava che l’organo Onu era “pronto a considerare nuovi passi“. Cioè la possibilità di sanzioni contro i militari che hanno preso il potere. Opzione bloccata più volte da Pechino.

Nel testo finale, invece, si menziona soltanto che i Quindici rimarrannoattivamente impegnati sulla questione“. Inoltre, si ribadisce “la necessità di rispettare pienamente i diritti umani e perseguire il dialogo”, chiedendo ai militari di “esercitare la massima moderazione”.

Proteste contro le forze armate

Intanto le città del Myanmar sono state teatro di nuove proteste contro il Governo militare ieri, 1 aprile. Numerosi manifestanti hanno bruciato copie della Costituzione del 2008. La quale ha dato inizio al processo di transizione democratica interrotto lo scorso febbraio dal golpe militare. Ma che riserva anche alle forze armate un ruolo centrale nella politica.

Questa settimana le forze pro-democrazia del Paese hanno annunciato la stesura di una nuova Carta provvisoria. Il Comitato rappresentante Pyidaungsu Hluttaw (Crph) è il Governo provvisorio istituito in opposizione alla giunta militare da parlamentari della Lega nazionale per la democrazia. Il quale ha annunciato a sua volta di aver rigettato la Costituzione in vigore.

L’inviato internazionale del Crph, Sasa, sul proprio profilo Twitter scrive: “l’attuale Costituzione, scritta da generali brutali e che assegna alle Forze armate un terzo dei seggi parlamentari, è ora morta. Oggi segna l’inizio di una nuova era“.

La Carta provvisoria cui lavorano le forze di opposizione, battezzata “Carta federale per la democraziafarebbe del Myanmar un unione federale democratica. Si baserebbe, quindi, sulla garanzia dei diritti fondamentali e amplierebbe l’autonomia delle comunità locali e delle minoranze etniche.

 

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