Monti: «Draghi non lascerà». Salvini e Berlusconi pronti al voto

 

 

Roma 18 Luglio 2022 – L’ex presidente del Consiglio Mario Monti è sceso in campo per cercare di convincere il premier Mario Draghi a ritirare le dimissioni.

Tre punti fondamentali

Il senatore a vita avrebbe infatti posto l’attenzione su tre punti fondamentali che porterebbero Draghi a continuare il suo mandato. Stando a quanto dichiarato al Corriere della Sera le questioni riguarderebbero il rispetto per il Paese, lo spread e in fine il giudizio della comunità internazionale.

Rispetto per il Paese

Per quanto riguarda il primo punto, ha dichiarato che «Anche se i politici, all’inizio osannati, diventano ostili a causa dell’impopolarità di certe misure necessarie e da loro stessi approvate; anche se creano ostacoli che possono appannare la reputazione del Governo o di chi lo guida, non c’è spazio per considerazioni personali».

Spread

«Lo spread dell’Italia è aumentato più di quello di vari altri Paesi ed è molto più alto di quello riscontrato all’inizio dello stesso Governo. Dato l’andamento di queste variabili nel tempo, se dovessero ulteriormente peggiorare all’indomani di eventuali dimissioni definitive di Mario Draghi, sarebbe difficile sostenere che il quadro finanziario sia peggiorato, come ci si sarebbe attesi, a causa della partenza dell’ex presidente della Bce».

Il giudizio della comunità internazionale

L’ultima questione per cui Draghi alla fine ritirerà le sue dimissioni riguarda il giudizio della comunità internazionale: «Cosa si direbbe dell’Italia all’estero, se si dovesse constatare che perfino l’italiano più credibile e rispettato decide di lasciare prima del tempo un impegno di così grande responsabilità?».

Salvini e Berlusconi chiudono ai pentastellati

Da Villa Certosa i leader, di Forza Italia Silvio Berlusconi e della Lega Matteo Salvini, chiudono all’ipotesi di un Governo con il Movimento 5 stelle accusandoli di inaffidabilità e incompetenza e si dichiarano pronti al voto. «Ha ragione il premier Draghi, il patto di fiducia che ha sostenuto l’esecutivo si è rotto. Qualsiasi intesa con Conte è da escludersi»

In attesa di mercoledì, in cui Draghi rassegnerà le dimissioni alle Camere, in molti parlamentari chiedono a gran voce un ripensamento del premier. Gli appelli arrivano anche dai sindaci, indipendentemente dall’ala di provenienza, probabilmente preoccupati per il Pnrr che potrebbe rischiare di saltare, secondo alcuni.

FdI

Non si fa attendere la risposta di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che accusa i primi cittadini di fare una scelta dal sapore politico e un uso spudorato delle istituzioni.

La Lega, tramite Alessandro Morelli, viceministro delle Infrastrutture e Federico Freni, sottosegretario al Mef, rassicurano che questi sono timori infondati e che «In caso di elezioni anticipate, non sono a rischio né l’attuazione del Pnrr né le Olimpiadi, tantomeno i fondi contro il caro energia e il caro carburanti».

Pd, puntare sui dissidenti del M5s

Per il Partito democratico bisogna pensare alle emergenze da affrontare, come la questione sul salario minimo, le pensioni e il taglio del cuneo fiscale. Cercare di spingere su questi temi per convincere almeno un parte dei pentastellati a fare marcia indietro, sperando che possa bastare perché il Governo Draghi continui, e l’agenda sociale possa venire realizzata.

 

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