Mafie: Dia, in lockdown boom casi riciclaggio e corruzione

 

 

Roma, 24 Febbraio 2021 – La relazione della Dia al Parlamento evidenzia che: «la ‘ndrangheta ha dato prova, nel tempo, di saper intercettare le opportunità nei cambiamenti socio-economici. E di una grande duttilità e capacità di rimodulare il proprio paniere degli investimenti, per massimizzare i suoi profitti. L’azione delle mafie potrebbe essere, oggi ancor di più, favorita dal contesto di forte sofferenza economico-produttiva».

Famiglie in difficoltà nel mirino della mafia

«È noto che la criminalità organizzata calabrese – al pari delle omologhe matrici mafiose – è da sempre abile a proporsi con azioni “filantropiche” nei confronti di famiglie in difficoltà. Alle quali offrire sostegno economico, innescando un meccanismo di dipendenza. Il quale verrà sicuramente riscattato a tempo debito, ad esempio anche in occasione di competizioni elettorali».

«In tale contesto, la ‘ndrangheta si pone quale forma di assistenzialismo alternativo a beneficio non solo del singolo cittadino ma anche dei grandi soggetti economici in sofferenza. E, soprattutto, in cerca di credito più dinamico rispetto ai circuiti ordinari».

Minore omertà

«Oggi la ‘ndrangheta, seppure leader nel traffico internazionale di stupefacenti, non appare più così monolitica e impermeabile a fenomeni quali la collaborazione con la giustizia di affiliati e di imprenditori e commercianti sino a ieri costretti all’omertà dal timore che l’organizzazione mafiosa imponeva loro».

«Un numero sempre maggiore di collaborazioni con la giustizia di soggetti appena tratti in arresto per vari reati sta frantumando quel clima di omertà e di impenetrabilità. Che contraddistingueva questa organizzazione mafiosa. Infatti è una realtà sempre più percepita dai cittadini che, in numero ormai significativo, stanno decidendo di collaborare alle indagini. Lo fanno testimoniando il loro assoggettamento alle estorsioni mafiose».

Reati commessi raddoppiati

Il Covid-19 rappresenta una straordinaria opportunità di arricchimento delle mafie. Infatti tra aprile e settembre 2020, in piena crisi pandemica, è raddoppiato, rispetto al 2019, il numero dei reati commessi con l’aggravante del metodo mafioso. E a crescere sono soprattutto i casi di riciclaggio, di reimpiego di denaro e di corruzione.

In particolare, «a fronte di una fisiologica diminuzione di alcuni reati (ricettazione, contraffazione, rapine), si è assistito all’aumento di altri reati. Per esempio lo spaccio di stupefacenti e il contrabbando, espressivi del controllo del territorio da parte delle consorterie. Le quali sono riuscite a rimodulare la propria operatività in questi settori».

Estorsione e usura

«Analoghe considerazioni possono essere effettuate per i reati di estorsione e usura, che hanno visto solo una leggera flessione rispetto al passato. Ciò in quanto i sodalizi si sarebbero inizialmente proposti alle imprese in difficoltà quale forma di welfare sociale alternativo alle istituzioni. Per poi adottare le tradizionali condotte intimidatorie finalizzate ad acquisire il successivo controllo di quelle stesse attività economiche». Al contrario, «la capacità di infiltrazione delle mafie e di imprenditori senza scrupoli nella Pubblica Amministrazione emerge chiaramente con l’andamento dei reati di induzione indebita a dare o promettere utilità. Come anche, traffico di influenze illecite e frodi nelle pubbliche forniture, tutti in aumento rispetto allo stesso periodo del 2019».

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