Luca Palamara, dalla magistratura alla candidatura

 

 

Roma, 6 Agosto 2021 –  Candidaturada libero cittadino” per Luca Palamara alle elezioni politiche suppletive nel collegio Roma-Primavalle, lasciato libero dalla deputata M5S Emanuela Del Re nominata rappresentante Ue per il Sahel. L’annuncio dato dallo stesso magistrato (la prima volta in esclusiva assoluta per Eurocomunicazione, ndr) che ha fatto esplodere lo scandalo che ha travolto la magistratura italiana. «Mi candido con un mio simbolo» ha chiarito.

Giustizia

«Non c’è preclusione né per la destra né per la sinistra. Cerco di rivolgermi a tutti coloro i quali mi fermano per strada, con mia sorpresa, e mi dicono racconta perché i processi durano così tanto, perché sono carcerato ingiustamente. Voglio sposare le istanze del territorio, della mia città, della città in cui sono cresciuto. Mi sento di poterlo fare partendo dal basso questa volta». Afferma l’ex presidente Anm Luca Palamara nel corso di una conferenza stampa.

«Decido di candidarmi per dare più forza al mio racconto, per incoraggiare un cambiamento reale e dare più forza alla battaglia per il referendum. Nell’interesse dei cittadini che hanno sete di giustizia».

Con “Il Sistema” Palamara ha dato modo a Sallusti di scoperchiare il vaso di Pandora. Quindi di far uscire e raccontare con dovizia di particolari storie inedite dei meccanismi che girano attorno alle nomine dei tribunali e delle procure. In pratica un diario dall’interno di tutto ciò che ha vissuto in prima persona e può dimostrare anche con il supporto delle chat del suo telefonino divenute suo malgrado pubbliche.

L’ex magistrato ha poi spiegato le ragioni per cui non firmerà il referendum sulla responsabilità civile dei magistrati. «Non lo firmo perché voglio una magistratura difensiva, ma che rispetti le regole, questo è l’aspetto più importante. Per questo dico» – ha aggiunto rivolgendosi ai Radicali – «discutiamone».

Sul suo processo in corso

E per quanto riguarda il processo che lo vede coinvolto ha aggiunto: «Mi difenderò nel processo penale, andrò ogni volta in udienza, rispettando il mio giudice in un processo pubblico. Non mi silenzio e continuerò a raccontare come ha funzionato il meccanismo delle autopromozioni».

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