Israele, Netanyahu verso stop riforma giustizia

 

 

Tel Aviv, 27 Marzo 2023 – Secondo quando affermato dai media locali in Israele e da fonti vicine, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, nel suo discorso alla Nazione affronterà il difficile e controverso tema della riforma della giustizia, annunciandone la sospensione, dopo alcuni colloqui avuti con gli alleati politici nella notte.

La riforma

La riforma avviata mentre Netanyahu è indagato per corruzione, abuso di potere e frode, consente al Governo di nominare 11 membri della Commissione che seleziona i giudici e otto membri di nomina politica, (al momento il numero è quattro). La seconda modifica consente al Parlamento di annullare le decisioni prese dalla Corte suprema, rendendo nulla, quindi, la “Clausola di ragionevolezza” con cui la Corte abolisce le leggi approvate dal Parlamento.

Le proteste

Una riforma che secondo i suoi detrattori e oppositori mette a rischio la democrazia dello Stato di Israele. Per questo in migliaia si sono riversati nelle piazze per manifestare, non solo contro la manovra, soprattutto dopo licenziamento del ministro della Difesa Yoav Gallant, il primo a chiedere a Netanyahu un passo indietro su una riforma che “rappresenta un vero e proprio pericolo tangibile per la sicurezza dello Stato”. Dal mese di gennaio infatti il Paese è in tumulto per contestare il disegno di legge che minaccia l’autonomia del potere giudiziario.

Secondo quanto riferito dalla polizia locale, i manifestanti, in 600mila nelle piazze del Paese, hanno bloccato il traffico, alzato barricate e incendiato pneumatici. “Nessun Compromessosottolineano i leader delle proteste che chiedono anche il ritorno di Gallant.

Herzog: «Netanyahu interrompi la riforma»

il presidente israeliano Isaac Herzog ha rivolto un messaggio direttamente al primo ministro, chiedendo che il Governo faccia un passo indietro e interrompa la riforma legislativa. «Abbiamo assistito a scene molto difficili» aggiunge, riferendosi ad alcuni episodi di violenza in seno alle manifestazioni.

«Il premier può licenziare il ministro, ma non può licenziare la realtà del popolo di Israele che sta resistendo alla follia della maggioranza» afferma Yair Lapid, leader dell’opposizione.

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