Inquinamento e Covid-19, studi condotti ci danno un responso

Roma, 04 Gennaio – L’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac), sedi di Lecce e Bologna, e l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente-Arpa Lombardia, hanno condotto uno studio sull’inquinamento atmosferico legato al Covid-19.

Risultato

Il particolato atmosferico e il virus non interagiscono tra loro. Pertanto, escludendo le zone di assembramento, la probabilità di maggiore trasmissione in aria del contagio in zone a elevato inquinamento atmosferico appare essenzialmente trascurabile.

La ricerca è stata condotta analizzando i dati, per l’inverno 2020, degli ambienti outdoor (all’aperto) per le città di Milano e Bergamo. La prima ondata della pandemia ha colpito in maniera più rilevante il Nord Italia rispetto al resto del Paese. E la Lombardia, in particolare, è stata la Regione con la maggiore diffusione. A maggio 2020 vi erano registrati 76.469 casi, pari al 36,9% del totale italiano di 207.428 casi.

Scarsa ventilazione e Covid?

Daniele Contini, ricercatore di Cnr-Isac (Lecce) spiega: «Tra le tesi avanzate, vi è quella che mette in relazione la diffusione virale con i parametri atmosferici. Ipotizzando che scarsa ventilazione, stabilità atmosferica e il particolato atmosferico, cioè le particelle solide o liquide di sorgenti naturali e antropiche – tipiche del periodo invernale nella Pianura Padana – possano favorire la trasmissione in aria del contagio».

«È stato infatti supposto che tali elementi possano agire come veicolo per il Sars-Cov-2 formando degli agglomerati con le emissioni respiratorie delle persone infette. Il conseguente trasporto a grande distanza e l’incremento del tempo di permanenza in atmosfera del particolato emesso avrebbero potuto favorire la diffusione del contagio».

Zone all’aperto da escludere

Nella ricerca stimate le concentrazioni di particelle virali in atmosfera a Milano e Bergamo. In funzione del numero delle persone positive nel periodo di studio. Sia in termini medi sia nello scenario peggiore per la dispersione degli inquinanti tipico delle aree in studio.

«I risultati in aree pubbliche all’aperto mostrano concentrazioni molto basse, inferiori a una particella virale per metro cubo di aria. Anche ipotizzando una quota di infetti pari al 10% della popolazione (circa 140.000 persone per Milano e 12.000 per Bergamo), quindi decupla rispetto a quella attualmente rilevata (circa 1%), sarebbero necessarie, in media, 38 ore a Milano e 61 ore a Bergamo per inspirare una singola particella virale. Si deve però tenere conto che una singola particella virale può non essere sufficiente a trasmettere il contagio e che il tempo medio necessario a inspirare il materiale virale è tipicamente tra 10 e 100 volte più lungo di quello relativo alla singola particella, quindi variabile tra decine di giorni e alcuni mesi di esposizione outdoor continuativa. La maggiore probabilità di trasmissione in aria del contagio, al di fuori di zone di assembramento, appare dunque essenzialmente trascurabile».

Legambiente

“La pandemia da Covid non è una buona ragione per allentare la guardia sull’inquinamento“.

“Non è più il momento di proroghe”, sostiene l’associazione Legambiente a proposto della richiesta, giunta da più parti di rimandare il blocco dei diesel Euro 4, in vigore da oggi. “Le ordinanze regionali che prevedevano il blocco per le auto più inquinanti erano in programma dal 1°ottobre. Ma a causa dell’emergenza sanitaria in corso hanno subìto uno slittamento a gennaio 2021″.

“L’accordo sul blocco degli Euro 4, firmato dal ministero dell’Ambiente e dalle quattro Regioni che fanno parte del Bacino Padano (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto), mira a ridurre l’inquinamento. Ma anche dimostrare a Bruxelles l’impegno italiano nell’evitare di pagare le considerevoli sanzioni legate alla scarsa qualità dell’aria respirata nelle nostre città. Eppure, non è prevista una data limite per tutte le Regioni. Nei mesi scorsi preannunciata la data del 1 gennaio per Veneto e Piemonte, mentre Lombardia ed Emilia Romagna blocco a partire dall’11 gennaio 2021″.

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