Inflazione al 6,6%, mai così alta da luglio 1991

 

 

Bruxelles, 3 Febbraio 2022 – L’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) in una nota scrive: “L’inflazione nella zona Ocse è continuata a crescere per raggiungere il 6,6% a dicembre 2021, dopo il 5,9% di novembre e solo l’1,2% del dicembre 2020. Si tratta del livello più elevato dal luglio 1991. In Italia, l’inflazione è cresciuta al 3,9%, dopo il 3,7% del mese precedente.

In Germania, l’inflazione è lievemente cresciuta a dicembre 2021, al 5,3%, dopo il 5,2% di novembre. In aumento anche in Spagna, al 6,6% dopo il 5,5% del mese precedente. Mentre in Francia è rimasta stabile al 2,8%. Il dato è cresciuto nell’insieme della zona euro, al 5,1%, dopo 4,9% a novembre, principalmente a causa dell’evoluzione dei prezzi in Germania, Francia, Italia e Spagna.

In Turchia balzo

L’aumento generalizzato dei prezzi nell’insieme della zona Ocse è dovuto in parte all’evoluzione registrata in Turchia (36,1% a dicembre, dopo 21,3% a novembre). Senza di quest’ultima, l’inflazione nella zona Ocse sarebbe cresciuta più moderatamente (5,6 %, dopo 5,3%). C’è poi la questione legata ai prezzi dell’energia. Tra dicembre 2020 e lo stesso mese del 2021, questi sono cresciuti del 25,6% nell’insieme della zona Ocse. Aumento anche nel comparto dell’alimentazione, al 6,8% a dicembre, dopo 5,5% a novembre e 3,2% a dicembre 2020. Sull’insieme dell’anno 2021, l’inflazione nella zona Ocse è cresciuta al 4%, dopo 1,4% nel 2020, il livello più elevato dall’anno 2000 mentre i prezzi energetici sono cresciuti del 15,4%, il più forte aumento dal 1981.

Banca centrale europea

La Bce lascia i tassi d’interesse fermi: il principale rimane a zero, quello sui depositi a -0,50% e quello sui prestiti marginali a 0,25%. Lo comunica la stessa dopo la riunione di politica monetaria.

La Bce conferma lo scenario delineato a dicembre sugli acquisti di bond. Il programma pandemico (Pepp) terminerà a marzo e fino ad allora proseguirà a un ritmo inferiore, ma intende reinvestire il capitale che arriverà a scadenza “almeno fino al 2024”. Inoltre – si legge in una nota – “la futura riduzione del portafoglio del Pepp sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria. In condizioni di tensione, la flessibilità rimarrà un elemento della politica monetaria”.

Lagarde: «Rischi orientati al rialzo»

L’inflazione a dicembre e gennaio «ha sorpreso al rialzo», Christine Lagarde. I rischi sullo scenario inflazionistico «sono orientati al rialzo». E ancora, nel Consiglio direttivo della Bce di oggi «la preoccupazione è unanime» per l’inflazione che rischia di frenare consumi, investimenti, crescita. Da oltre un decennio non si sentiva una conferenza stampa così dominata dalla parola “inflazione”. Ora tutto dipenderà dagli sviluppi, legati peraltro alla volatile conflittualità sull’Ucraina.

Lagarde ha sottolineato l’importanza delle riunioni Bce del 10 marzo e 9 giugno. Quando le nuove previsioni degli economisti dell’Eurotower diranno se l’inflazione, che ora viaggia ben al di sopra del target del 2%, rallenterà all’1,8% nel 2023 e 2024 (come da stime di dicembre) o invece si manterrà alta realizzando l’obiettivo del 2%.

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