Incidenti di Prato e Busto Arsizio, serve cultura del lavoro e sicurezza

 

 

Roma, 6 Maggio 2021 – «Gli incidenti di Prato e Busto Arsizio ci riportano indietro di 50 anni». Sono le parole miste di rassegnazione e rabbia dell’ing. Rocco Luigi Sassone, presidente dell’Organismo Paritetico Nazionale FormaSicuro attivo dal 2008 nel sistema nazionale della prevenzione, sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.

Il tragico incidente di Luana

«Dei grossi rotoli di filo che vengono intrecciati seppure con una complessa operazione meccanica per formare l’ordito di un tessuto, non possono generare la morte. Così come invece accaduto per la giovane lavoratrice pratese, a cui era affidata una mansione specifica. Cioè quella di far funzionare un orditoio, per l’appunto una macchina in grado di creare un filato».

Ancora Sassone: «Da quanto è dato sapere, Luana sembra essere risucchiata dalla macchina per l’assenza di un adeguato equipaggiamento di sicurezza a bordo macchina che, se presente, avrebbe immediatamente interbloccato le parti in movimento della macchina. Così come prescritto dall’attuale normativa in materia di sicurezza sulle macchine».

Quello altrettanto terribile di Cristian

Stessa conclusione sembra sia associabile anche all’altro incidente avvenuto nelle scorse ore in Lombardia, in particolare all’interno dello stabilimento di un’azienda metalmeccanica di Busto Arsizio, dove ha perso la vita un altro giovane lavoratore, Cristian, «rimasto schiacciato da una fresa industriale che anche in questo caso sembrerebbe priva di adeguate protezioni».

«Siamo addolorati e vicini alle famiglie di Luana e Cristian per gli incidenti, ma altrettanto determinati a fare in modo che il binomio lavoro e sicurezza non restino una mera frase ad effetto ma possano essere efficacemente recepiti da datori di lavoro e lavoratori».

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