Incidente Mestre, spuntano le carte sullo stato del viadotto

 

 

Mestre, 7 Ottobre 2023 – La procura di Mestre ha raccolto le documentazioni in merito al gravissimo incidente che ha visto coinvolto il bus precipitato dal cavalcavia costato la vita a 21 persone, ma stando a quanto riportato dalla stampa, sembra che la procura di Venezia fosse in possesso da più di un anno della documentazione inerente lo stato in cui versava il ponte, compreso lo spazio tra il guardrail concesso negli anni ’60 ma la cui rimozione era prevista da cinque anni.

Boraso: «Un punto di sfogo»

«Era un punto di sfogo» afferma l’assessore comunale ai trasporti Renato Boraso, sottolineando che ritenere che il bus sia precipitato a causa del varco sia una affermazione inaccettabile, pur confermando che erano previsti lavori di rifacimento. «Il bus non è caduto perché c’era un buco di un metro e mezzo, quello è un varco di sicurezza, di servizio, previsto dal progetto originario».

Dello stesso avviso il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi il quale dichiara che al momento non ci sono elementi per trarre conclusioni in merito al guardrail del viadotto di Mestre. «Serve una perizia. Per questo sul varco nel viadotto faremo tutte le attività del caso, iniziando da una consulenza tecnica, appena avremo trovato il soggetto idoneo per farla. Servono conoscenze tecniche, non giuridiche. Per ora non abbiamo acquisito documenti sulla rampa dal Comune».

Salvini: «Riflettere sull’elettrico»

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, nonostante gli inquirenti indaghino sullo stato della manutenzione e sul guardrail, punta il dito contro l’elettrico. In una intervista a Sky il ministro, ritenendo prematuro qualunque tipo di commento al momento, sostiene che quanto accaduto a Mestre offra uno spunto di riflessione sull’utilizzo delle batterie elettriche che «sembra prendano fuoco più rapidamente rispetto ad altre forme di alimentazione», soprattutto in un periodo in cui si parla tanto di mobilità elettrica.

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