Hamas e Israele a lavoro per accordo su tregua

 

 

Roma, 21 Novembre 2023 – “Siamo vicini al raggiungimento di un accordo con Israele in merito a una tregua di qualche giorno”. A diffondere la notizia rilanciata poi da Al Jazeera è Ismāʿīl Haniyeh, leader di Hamas tramite Telegram.  “Il movimento ha dato la sia risposta ai fratelli del Qatar e ai mediatori” scrive, sottolineando che se dovesse concludersi positivamente, l’accordo comprenderà una tregua di cinque giorni e lo scambio di ostaggi, per lo più donne e bambini, da parte di entrambe i fronti.

Le trattative che vanno avanti da alcuni giorni grazie anche al coinvolgimento di Usa e Qatar, agevolerebbero anche l’ingresso degli aiuti a Gaza.

Netanyahu: «Stiamo lavorando per la liberazione degli ostaggi»

Secondo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu liberare gli ostaggi costituisce una “missione sacra”, come dichiarato al termine di un incontro con i familiari delle persone rapite a Gaza. «Stiamo lavorando ogni giorno e non ci fermeremo finché non avremo completato la nostra missione. Non smetteremo di lottare finché non riporteremo a casa i nostri ostaggi, non distruggeremo Hamas e non ci assicureremo che non ci siano minacce da Gaza» conclude.

Continuano gli scontri

Intanto però i toni del conflitto proseguono e ieri, come confermato dall’esercito di Israele, hanno colpito 250 obiettivi di Hamas nella striscia di Gaza, compresi alcune infrastrutture sensibili e lanciatori di razzi. Trovate anche alcune armi celate all’interno delle abitazioni, tra queste un missile anti carro. L’IDF inoltre conferma di aver concluso le manovre di accerchiamento di Jabalya, Città palestinese a pochi km dal Nord di Gaza, ritenuta roccaforte di Hamas

Rivendicato l’attacco a Metulla

A rivendicare l’attacco a Metulla ai danni dell’esercito israeliano sono stati gli Hezbollah libanesi, i quali hanno spiegato che l’attacco costituirebbe una rappresaglia nei confronti di Israele che ha colpito, nell’ambito delle operazioni militari, alcune abitazioni nei villaggi libanesi lungo il confine.

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