Giornata delle donne nella scienza

Roma, 11 Febbraio 2024 – La Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, istituita il 22 dicembre 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha lo scopo di affermare il ruolo fondamentale delle donne nelle scienze per il progresso. Sono tante le istituzioni e gli enti scientifici che aderiscono con iniziative, eventi e incontri in tutta Italia, sia in presenza che online. I canali social dell’Istituto nazionale di Fisica Nucleare aderiscono alla campagna #WomenInScience, a cui parteciperanno anche altri grandi laboratori internazionali come il Cern di Ginevra.

Italia sotto la media dell’Unione europea

Dall’Osservatorio StemStem di Deloitte emerge che le ragazze italiane iscritte a un corso di laurea nelle cosiddette materie Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) sono solo il 14,5% di quelle che frequentano l’Università, molto al di sotto della media europea. La metà circa delle intervistate parla ancora di stereotipi di genere, che troppo spesso costituiscono un forte disincentivo a intraprendere questi percorsi di studi.

In Italia sono i decreti del 1875 e del 1876 – nel Regno appena unito – a introdurre formalmente la possibilità per il sesso femminile di iscriversi all’università, decreti che peraltro non entrano completamente in vigore fino al 1883. Ma l’Italia non è la sola, e in quasi tutto il Mondo per troppo tempo le poche donne che arrivano a fare ricerca devono studiare in contesti non ufficiali, come quello familiare e privato.

Il divario finisce poi per ripercuotersi, amplificato, sul mondo del lavoro, come emerge dallo studio del 2023 pubblicato su The Lancet Regional Health – Europe. Le donne, in Europa, abbandonano progressivamente la carriera accademica arrivando a costituire appena il 33% dei ricercatori e solo il 26% di figure apicali come professori ordinari, direttori di dipartimento e di centri di ricerca. Un divario che si inasprisce proprio sulle Stem: se per le discipline umanistiche le donne occupano oltre il 30% delle posizioni più alte della carriera,, il dato scende al 22% per le scienze naturali e al 17,9% per le aree legate a ingegneria e tecnologia. Anche qui l’Italia è molto indietro, collocandosi terzultima in Europa.

 

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