Gaza: ancora nessun accordo tra Israele e Hamas

Roma, 8 Aprile 2024 – Ennesimo buco nell’acqua quello di oggi al Cairo dove le trattative tra Israele e Hamas sulla fine delle ostilità nella Striscia di Gaza si sono concluse senza arrivare a un accordo, come affermato anche da Hamas che ha dichiarato di non vedere all’orizzonte alcuna intesa, nonostante fonti egiziane parlino di segnali di apertura, sottolineando le troppe divergenze tra le due parti in causa e che la responsabilità del mancato accordo è tutta da attribuire a Israele.

 

La notizia segue il ritiro delle truppe di Israele dal sud della Striscia di Gaza cosa che però, a detta degli esperti, non esclude a priori che l’esercito si stia preparando a dare inizio alle operazioni militari di terra a Rafah. Ieri invece il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ricevuto il suo corrispettivo israeliano Israel Katz che ha parlato degli ostaggi e della “distruzione di Hamas” come obiettivi prioritari.

Le richieste di Hamas

Fine delle ostilità e delle aggressioni a Gaza, il ritiro dell’esercito israeliano, il rientro degli sfollati nelle zone dell’enclave palestinese, lo scambio degli ostaggi e garanzie per i soccorsi e la ricostruzione post conflitto. Sono queste le richieste avanzate al Cairo dalla delegazione di Hamas che ha incontrato Abbas Kamel, direttore generale dell’intelligence egiziana, come reso noto dai media locali e dallo stesso movimento islamista.

Gvir: «Decisivo attacco su Rafah»

Il ministro della sicurezza nazionale israeliana Itamar Ben Gvir intanto sostiene che se Benjamin Netanyahu non porterà avanti un attacco esteso su Rafah, questa decisione potrebbe influire sul futuro del primo ministro che non potrà più “continuare a servire il proprio Paese”. A supportare tale ipotesi anche Bezalel Smotrich ministro delle Finanze che dopo il ritiro delle truppe da Khan Tunis, stando ai media, abbia indetto una riunione del suo partito per analizzare la situazione. Contestualmente l’Idf ha diffuso un comunicato in cui spiega che per quanto riguarda le operazioni al confine settentrionale con il Libano, si starebbero preparando per passare da una fase difensiva a una di attacco.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *