G20, crisi economica in Afghanistan al centro della riunione

 

 

Roma, 12 Ottobre 2021 – Sotto la presidenza italiana e su iniziativa del premier Mario Draghi, si terrà una riunione straordinaria in videoconferenza dei vertici del G20 sull’Afghanistan. All’incontro parteciperanno tanti dei grandi leader internazionali. Tra gli altri il presidente americano Joe Biden e quello indiano Narendra Modi; il presidente della Cina invierà il proprio ministro degli Esteri, mentre per la Russia parlerà un viceministro. Poiché si prevede che la discussione sarà complessa e ci saranno divisioni, non ci sarà un documento finale firmato dagli Stati del G20.

In particolar modo verrà discussa la grave crisi economica e umanitaria del Paese. E del rischio che torni a essere un luogo di proliferazione del terrorismo internazionale, come prima dell’invasione statunitense del 2001.

L’economia dell’Afghanistan è in crollo e la popolazione corre il rischio di dover affrontare una gravissima crisi, che potrebbe alimentare anche flussi migratori molto forti. Ma inviare aiuti nel Paese significa inviarli al regime dei talebani, che non è riconosciuto ufficialmente da nessuno degli Stati che partecipano al G20.

All’Afghanistan, dopo la conquista da parte dei talebani, sono stati bloccati tutti i prestiti e gli aiuti internazionali. Inoltre, gli Stati Uniti e altri hanno bloccato miliardi di dollari di fondi della Banca centrale afghana conservati all’estero.

Situazione economica

Quindi, scarseggiando le riserve di denaro il Governo ha dovuto imporre un rigido controllo dei capitali. Interruzione o limitazione dell’erogazione degli stipendi pubblici, riduzione al minimo del quantitativo di prelievo disponibile agli sportelli automatici dai cittadini, sono solo alcune delle misure.

Bloomberg scrive che “senza clienti, molti negozi stanno chiudendo o rischiano di farlo. La situazione è così grave che molte persone non hanno abbastanza soldi nemmeno per comprare da mangiare.

Secondo il programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, i prezzi di generi di prima necessità come riso, olio per cuocere e farina sono già aumentati di oltre il 30%.

“Le cose vanno malissimo anche nelle campagne, dove è in corso la peggiore carestia da 35–36 anni, come ha dichiarato il direttore della FAO in Afghanistan al Wall Street Journal“.

António Guterres, segretario generale dell’ONU ha esortato i Paesi ricchi ad «agire e iniettare liquidità nell’economia afghana per evitare il collasso. Un modo per farlo potrebbe essere quello di creare fondi a cui abbiano accesso direttamente i cittadini afghani, e non il Governo. La responsabilità principale rimane tuttavia dei talebani, che hanno rotto la promessa di un esecutivo più moderato ed egualitario che fecero ad agosto. Per esempio, non c’è modo di risollevare l’economia se i talebani continueranno a impedire alle donne di lavorare».

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