Fmi bacchetta l’Italia: “Servono riforme crescita”

 

 

Milano, 8 Novembre 2023 – Il Fondo monetario internazionale (Fmi), pur confermando la crescita del Pil allo 0,7% per il 2023, “bacchettal’Italia suggerendo al Governo di essere più ambizioso e di pensare ad attuare delle riforme per favorire la crescita del Paese. A riportare il dato è il Regional Economic Outlook per l’Europa dell’Fmi il quale ritiene che la crescita del Vecchio Continente subirà un rallentamento all’1,3% dal 2,7% del 2022, per poi migliorare nel 2024 con una ripresa all’1,5%.

Kammer: «Italia sia più ambiziosa»

Alfred Kammer, direttore del Dipartimento europeo del Fmi nel corso della presentazione del Regional Economic Outlook per l’Europa ha dichiarato di aver «consigliato al Governo italiano di anticipare l’aggiustamento della manovra e di essere più ambizioso». Inoltre, sottolinea la necessità di pensare alle riforme di bilancio strutturali e che favoriscano la crescita del Paese, «riforme non previste nella bozza di bilancio del 2024».

Sul Pnrr

Parlando invece del Pnrr, per Kammer l’Italia deve lavorare sodo per poter spendere i fondi destinati al Next Generation Eu. Il fondo infatti dovrebbe dare un impulso fondamentale per la crescita nel breve e medio termine, «aiutando l’Italia a superare i problemi riscontrati anche in altri Paesi in termini di limiti di capacità dell’attuazione del Next Generation Eu».

Inflazione in calo in Europa

Per quanto riguarda invece la situazione in Europa, il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha espresso soddisfazione per il modo in cui il Continente ha affrontato le sfide poste dalla pandemia e dai rincari del prezzi dell’energia derivati dal conflitto tra Russia e Ucraina, ricordando che “ora deve affrontare il compito di ripristinare la stabilità dei prezzi garantendo al contempo la crescita a lungo termine”, rimarcando nonostante tutto il lieve calo dell’inflazione.

Politica monetaria restrittiva fondamentale

Perché l’inflazione torni a livelli normali entro un ragionevole lasso di tempo, secondo il Fondo è fondamentale mantenere una restrittiva politica monetaria. Questo però comporta che molte banche centrali «per un certo periodo di tempo dovranno mantenere dei tassi di riferimenti elevati». «La storia» conclude Kammer, «suggerisce che sono necessari diversi anni affinché l’inflazione ritorni a livelli normali dopo un episodio inflazionistico».

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