Fisco, arriva il “tax freedom day” per gli italiani

 

 

Roma, 4 Giugno 2022 – Da martedì scatta il cosiddetto “tax freedom day“. Quindi da lunedì prossimo gli italiani, in linea puramente teorica, “terminanodi versare le tasse e i contributi previdenziali allo Stato. Rispetto al 2021, quest’anno “l’appuntamento” arriva un giorno prima. Dopo poco più di 5 mesi dall’inizio dell’anno, 157 giorni lavorativi inclusi i sabati e le domeniche, il contribuente medio finisce di lavorare per assolvere tutti i versamenti fiscali dell’anno. Quindi dal giorno dopo inizia a guadagnare per sé.

Eccessivo peso fiscale

Dall’Ufficio studi della Cgia precisano che l’individuazione del “giorno di liberazione fiscale” altro non è che un puro esercizio teorico che serve a dimostrare l’eccesivo peso fiscale che grava sugli italiani. Un problema che emerge in misura evidente anche quando ci confrontiamo con altri. Tra i Paesi più importanti in Europa, infatti, nel 2021 solo la Francia ha registrato una pressione fiscale superiore alla nostra.

A Parigi era al 47,2% del Pil, a Berlino si è attestata al 42,5% e a Madrid al 38,8%. In Italia, invece, il peso fiscale ha raggiunto la soglia record del 43,5%. Tra i 27 dell’Ue, il Belpaese si colloca al sesto posto. A precederci la Danimarca (48,1%), la Francia (47,2%), il Belgio (44,9%), l’Austria (43,8%)
e la Svezia (43,7%). L’anno scorso la media Ue si è “fermata” al 41,5%, due punti in meno rispetto a noi.

Osservando la serie storica, il “giorno di liberazione fiscale” più “precoce” è stato nel 2005. In quell’occasione, la pressione fiscale si attestò al 39% e ai contribuenti italiani bastò raggiungere il 23 maggio (142 giorni lavorativi) per lasciarsi alle spalle tutte le scadenze fiscali. Osservando sempre il calendario, quello più inritardo” si è registrato nel 2021, giacché la pressione fiscale ha raggiunto il record storico del 43,5% e, di conseguenza, il “tax freedom day” è scoccato l’8 giugno.

Colpa del Pil

La Cgia segnala che “questo picco record di pressione fiscale non è ascrivibile a un aumento del prelievo imposto l’anno scorso a famiglie e imprese, ma alla decisa crescita registrata dal Pil nazionale (oltre il 6,5%) che, dopo la caduta verticale registrata nel 2020 (-9%), ha contribuito ad aumentare notevolmente le entrate. Anche quest’anno”, sottolinea ancora la Cgia, “giugno è caratterizzato da un vero e proprio ingorgo fiscale“. Dalla lettura dell’agenda riportata sul sito dell’Agenzia delle Entrate scorgiamo che questo mese i contribuenti italiani dovranno assolvere 141 scadenze fiscali. Di queste, 122 (pari all’86,5% del totale) imporranno agli italiani a mettere mano al portafoglio.

“Un calendario fiscale da far tremare i polsi, che solleva ancora una volta un grande problema: in Italia non solo subiamo un prelievo fiscale eccessivo, ma anche le modalità di pagamento delle imposte provocano un costo burocratico che non ha eguali nel resto d’Europa“, sottolinea la Cgia. Nel 2022, invece, il peso del fisco, sebbene la crescita economica dovrebbe attestarsi attorno al 2,5% circa, è destinato a diminuire di 0,4 punti percentuali. Ciò avverrà anche grazie alla riduzione delle imposte e dei contributi decisa dal Governo Draghi.

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