Washington, 2 Novembre 2023 – Per la seconda volta consecutiva la Federal Reserve (Fed) non interviene su tassi di interesse, lasciandolo invariati, ai massimi da 22 anni e con un costo del denaro che oscilla tra il 5,25% e il 5,50% dopo il rialzo di luglio e lo stop di giugno. A partire dal marzo 2022 ha alzato i tassi di circa 525 punti.
Powell: «Possibile stretta nei prossimi mesi»
Jerome Powell, numero uno della Fed ha sottolineato, nel corso di una conferenza stampa, che nei mesi a venire potrebbe verificarsi una nuova stretta nel caso in cui l’economia dovesse crescere oltre il livello potenziale o nel caos in cui il mercato del lavoro non frenerà a sufficienza. Alcuni analisti ritengono che la banca centrale americana abbia alzato i tassi ai massimi livelli e che dalla metà del nuovo anno potrebbe iniziare a effettuare dei tagli, contrariamente a quanto sostenuto dai membri della Fed che a settembre prevedevano dei rialzi sostanziosi per l’anno corrente.
Nessun taglio previsto
Al momento sembra non siano previsti tagli di alcun genere, anzi, Powell sottolinea che al momento la banca «è concentrata non sui tagli, ma sul mantenere la politica restrittiva fino a quando si avrà certezza che l’inflazione raggiunga il 2%».
«Attualmente» afferma, «non siamo ancora sicuri di aver raggiunto una posizione sufficientemente restrittiva, l’importante è cercare di portare avanti gli impegni senza causare troppi danni all’economia».
Usa, crescita solida
Con un tasso annualizzato al 4,9% nel terzo trimestre, la crescita Usa si conferma solida, nonostante una inflazione che a settembre, per l’indice Consumer Price Index (CPI), era arrivata a circa il 3,7%, in aumento rispetto a giugno, quando il tasso di inflazione era al 3%. Bene però rispetto al 2022 il cui picco toccò il 9,1% a giugno. Il ministero del Tesoro ha annunciato che l’emissione dei bond continuerà a salire secondo le linee guida stabilite nei mesi scorsi, mente il ritmo di quelle a lungo termine calerà.