Evasione fiscale, 4 arresti e un sequestro da 18 milioni tra Sicilia e Lazio

 

 

Palermo, 31 Marzo 2021 – Maxi sequestro da 18 milioni di euro nell’ambito di un‘inchiesta per reati fallimentari ed evasione fiscale. 4 gli indagati finiti agli arresti domiciliari.

Sequestro preventivo

Disposto dal gip del tribunale di Catania ed eseguito dalla Guardia di Finanza il sequestro preventivo di quote societarie e complessi aziendali di due società, la Car Fer Srl e la Pianeta Servizi Srl. La prima con sede a Santa Venerina (Catania), la seconda con sede legale a Ciampino (Roma) ma operante nel capoluogo etneo.

L’indagine, denominata “Truck” e portata avanti dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catania, riguarda il dissesto di oltre 20 milioni di euro della Seitral Srl. Società operante nel settore dei trasporti, con sede a Santa Venerina, e riconducibile al gruppo societario di Rosario e Giuseppe Russo.

Nella nota della Procura

Gli amministratori della società“, che secondo la procura di Catania era già in dissesto dal 2015 e non in grado di fare fronte ai debiti accumulati nei confronti dello Stato, “non hanno provveduto alla copertura delle perdite maturate nel tempo dalla Seitra. Anzi, hanno resistito all’istanza di fallimento producendo un piano di risanamento fondato su dati societari non veritieri”. Per i magistrati, inoltre, gli amministratori “hanno proseguito nella gestione della società, acquistando nuovi mezzi e distraendo ingenti somme di denaro“. Questo per effettuare trasporti non fatturati e senza riscuotere i crediti commerciali nei confronti di un’altra società, la “Pianeta Servizi“. Tutto questo avrebbe “aggravato il dissesto” e “determinato un debito nei confronti dell’Erario di oltre 14 milioni di euro. Oltre che – si legge in una nota della Procura – distrazioni per oltre cinque milioni e 600mila euro”.

Gli inquirenti hanno acceso i riflettori sull’amministratore di diritto, Luigi Emilio Demarco, e sui Russo, considerati “amministratori di fatto“, della Seitral. I quali avrebbero “aggravato” il dissesto della società e “sottratto i libri contabili. In questo modo ha ostacolato la ricostruzione del patrimonio dell’azienda fallita. E “commesso rilevanti reati tributari non avendo presentato la dichiarazione Iva del 2019 relativa a operazioni commerciali del valore di oltre cinque milioni di euro”.

Tra le accuse anche quella di avere “omesso il versamento delle ritenute e dell’Iva per una evasione complessiva di oltre due milioni di euro”.

Nell’indagine spunta anche il nome di Rosario Scotto D’Abusco, sindaco unico e revisore legale della Seitral. “Pur consapevole dell’ingente posizione debitoria dell’impresa” – scrivono i magistrati catanesi – “ha attestato il piano di risanamento della società. Nel quale sono state esposte false informazioni circa la correttezza della contabilità. Inoltre, sopravvalutando voci dell’attivo del relativo bilancio societario e sottostimando le componenti negative, concorrendo in questo modo ad aggravare il fallimento dell’azienda”.

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