Eurobarometro: gli europei dalla parte della scienza e della tecnologia

 

 

Bruxelles, 23 Settembre 2021 – Nuova indagine Eurobarometro sulla conoscenza e l’atteggiamento dei cittadini europei nei confronti della scienza e della tecnologia. I risultati mostrano che nell’Ue 9 cittadini su 10 (86%) pensano che nel complesso l’influenza delle stesse sia positiva.

Aspettative e risultati

Gli intervistati si aspettano che una serie di tecnologie attualmente in fase di sviluppo avrà un effetto positivo sul nostro stile di vita nei prossimi 20 anni. In particolare l’energia solare (92%), i vaccini e la lotta contro le malattie infettive (86%) e l’intelligenza artificiale (61%).

I risultati rivelano, inoltre, un grande interesse per la scienza e la tecnologia (82%). Ma anche il desiderio dei cittadini di trovare fonti di conoscenze scientifiche e tecnologiche in luoghi come municipi, musei e biblioteche (54%). I settori maggiormente menzionati come quelli in cui la ricerca e l’innovazione possono fare la differenza sono l’assistenza medico-sanitaria e la lotta contro i cambiamenti climatici. Questi risultati rispecchiano il crescente interesse per le nuove scoperte mediche, che dal 2010 è passato dall’82% all’86%.

Divario donna – uomo

Dall’indagine Eurobarometro emergono anche le sfide che si pongono alla ricerca e all’innovazione. Infatti, molti cittadini dell’Ue pensano che scienza e tecnologia aiutino soprattutto a migliorare la vita di coloro che stanno già economicamente bene (57%). Ma, non prestino sufficiente attenzione alle differenze tra i bisogni delle donne e quelli degli uomini (23%). Inoltre, più della metà ritiene che, rispetto all’Ue, i ricercatori in Cina (58%), Stati Uniti (57%) e Giappone (54%) siano più avanti nelle scoperte scientifiche.

I cittadini dell’Ue hanno una buona opinione degli scienziati e delle loro caratteristiche distintive, come l’intelligenza (89%), l’affidabilità (68%) e lo spirito collaborativo (66%). Più di due terzi (68%) ritiene che gli scienziati debbano intervenire nei dibattiti politici per garantire che le decisioni tengano conto delle prove scientifiche.

È dalla televisione che la maggior parte dei cittadini dell’Ue attinge le informazioni sugli sviluppi scientifici e tecnologici (63%), seguita dalle reti sociali e dai blog (29%) e dai giornali online o cartacei (24%). Un’ampia maggioranza (85%) ritiene che l’interesse dei giovani per la scienza sia determinante per la prosperità futura ed è sempre una maggioranza (61%) a considerare la partecipazione di non scienziati alla ricerca e all’innovazione la garanzia che la scienza e la tecnologia rispondano ai bisogni e ai valori della società.

Secondo poco meno di tre quarti degli intervistati (72%), i Governi dovrebbero assicurare che le nuove tecnologie vadano a beneficio di tutti e dovrebbero esigere anche dalle imprese private una risposta ai cambiamenti climatici.

Numero elevato di partecipanti

L’indagine Eurobarometro pubblicata oggi è la più vasta finora condotta sui temi di scienza e tecnologia per numero di partecipanti (37.103) e Paesi (38, compresi gli Stati membri dell’Ue, i Paesi dell’allargamento dell’Ue, gli Stati Efta e il Regno Unito). L’indagine è stata condotta tra il 13 aprile e il 10 maggio 2021, principalmente mediante interviste faccia a faccia.

Programma per il futuro

Orizzonte Europa, il nuovo programma dell’Ue per la ricerca e l’innovazione (2021-2027), rafforzerà le interazioni tra scienza e società. Quindi, promuovendo la creazione partecipata di programmi di ricerca e innovazione e coinvolgendo direttamente e fattivamente i cittadini e la società civile. Ciò avverrà per tutti i filoni del programma e mediante attività appositamente concepite. Monitorando al tempo stesso i contributi dei cittadini e la diffusione della ricerca e innovazione nella società.

Atteggiamento positivo

Mariya Gabriel, commissaria per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Istruzione e i Giovani, ha dichiarato: «Ci rassicura osservare un atteggiamento globalmente positivo verso la scienza e la tecnologia. Dal momento che sono indispensabili per rispondere al coronavirus, ai cambiamenti climatici, alla perdita di biodiversità e a tutta una serie di altre sfide pressanti. Allo stesso tempo dobbiamo rispondere ai cittadini preoccupati che i benefici apportati da scienza e tecnologia non siano equamente distribuiti, prestare maggiore attenzione alla dimensione di genere nei contenuti della ricerca e riflettere sui modi in cui i cittadini e gli altri portatori di interessi possano essere maggiormente coinvolti nelle attività di ricerca e innovazione».

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