Cambiamenti climatici, i giovani scendono in piazza

 

 

Roma, 24 Settembre 2021 – Un tema che sarà trattato anche al G20 di Roma del 30 e 31 ottobre e che sarà al centro della conferenza sul clima Cop26 che si terrà a Glasgow a inizio novembre. Infatti, il problema dei cambiamenti climatici e delle conseguenze sulla produzione e sui costi dell’energia resta un tema centrale e fondamentale dell’agenda internazionale.

Mario Draghi

«Dobbiamo agire ora, per tutelare il pianeta, la nostra economia e le generazioni future. Negli ultimi anni sono stati spesso i giovani a essere portatori di cambiamento e a spingerci a fare di più. È nostro dovere ascoltarli perché saranno loro a ereditare il pianeta. La settimana prossima 400 ragazzi da tutto il Mondo si incontreranno a Milano per formulare le loro proposte sul contrasto al cambiamento climatico». Così il presidente del Consiglio Mario Draghi nel messaggio inviato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Conseguenze

I giovani tornano a scendere in piazza contro i cambiamenti climatici resi evidenti da una estate tropicale. Infatti in Italia, questa si classifica come la sesta più calda estate dal 1800 con una temperatura superiore di 1,55 gradi rispetto alla media. Il 2018, il 2020, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003 sono gli anni più caldi dagli ultimi due secoli. Inoltre, quasi 1300 nubifragi, bombe d’acqua, trombe d’aria, grandinate e tempeste di fulmini, in aumento del 58% rispetto allo scorso anno. Quindi effetti devastanti su città e campagne. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr e Eswd divulgata in occasione dello Sciopero globale per il clima indetto da Greta Thunberg con i Fridays for Future.

“Gli effetti“– sottolinea la Coldiretti – “si sono già fatti sentire con il divampare degli incendi e una drastica riduzione dei ghiacciai. A preoccupare è anche l’innalzamento dei livelli del mare che secondo lo studio dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) farà crescere il livello del Mediterraneo di 20 centimetri entro il 2050. Si verificheranno punte di 82 centimetri nella zona della laguna di Venezia. Ma gli effetti si fanno già sentire sulle coltivazioni con l’acqua salata che sta penetrando nell’entroterra e brucia le coltivazioni nei campi e costringe all’abbandono l’attività agricola alla foce del Po. Uno scenario già in atto che aggrava le perdite provocate dai cambiamenti climatici all’agricoltura italiana pari a 14 miliardi di euro negli ultimi dieci anni per i danni provocati alle coltivazioni e alle strutture.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *