Etiopia, Onu: 400.000 persone in condizioni di carestia nel Tigray

 

 

Roma, 3 Luglio 2021 – La situazione in Etiopia continua a preoccupare e nessuna soluzione sembra risolvere il problema. Le persone a soffrire sono tante e bisogna agire in fretta.

Ramesh Rajasingham, sottosegretario generale a interim per gli Affari umanitari e coordinatore dei soccorsi di emergenza riferisce: «Solo due settimane fa, il 15 giugno, abbiamo informato il Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla carestia nel Tigray, con oltre 350.000 persone in condizioni catastrofiche. Da allora, in questo breve lasso di tempo, la situazione è drammaticamente peggiorata. Oggi si stima siano più di 400.000 le persone in condizione di carestia e altre 1,8 milioni quelle a rischio».

Rajasingham ha sottolineato che «l’insicurezza alimentare è destinata ad aggravarsi durante l’imminente stagione delle piogge in Etiopia, dal momento che le scorte di cibo si stanno esaurendo e aumenta invece il rischio di inondazioni e di malattie come il colera. Certamente altre persone moriranno se non le raggiungiamo con l’assistenza umanitaria».

Su una popolazione di circa 5,5 milioni di persone, ha ricordato il funzionario Onu, sono 2 milioni gli sfollati e quasi 5,2 milioni le persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria.

«La vita di molte di queste persone dipende dalla nostra capacità di raggiungerle con cibo, medicine e altri beni di assistenza umanitaria. E dobbiamo raggiungerle ora. Non la prossima settimana. Adesso», ha rimarcato, per cui tutte le parti in conflitto devono garantire agli operatori umanitari «un accesso rapido, senza ostacoli, sicuro e duraturo».

 

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