Economia italiana: Pil in ripresa solo da metà 2021

 

 

Roma, 31 Gennaio 2021 – Se il vaccino abbatterà l’emergenza sanitaria e farà ripartire i consumi si avrà una ripresa dell’economia italiana. Quindi, per ora, il recupero del Pil nel Belpaese è posticipato.

Le motivazioni

Il prolungamento delle restrizioni porta tante famiglie a risparmiare a scopo precauzionale. Ma giocano un ruolo importante anche le difficoltà per effettuare gli acquisti dovute alle norme anti-Covid. Queste le principali motivazioni per le quali i consumi e il Pil dell’Italia faticheranno a ripartire. Un forte rimbalzo è atteso solo dal 3° trimestre 2021, sopra le stime iniziali se la vaccinazione sarà efficace e rapida. Un allentamento delle restrizioni, infatti, rilancerebbe anche la fiducia e quindi la domanda. Il recupero potrebbe poi proseguire, se l’aumento dei vaccinati continuasse a far calare i contagi. Comunque, la flessione stimata per fine 2020 e la debolezza attuale fanno già rivedere al ribasso la crescita complessiva attesa per quest’anno.

Servizi e industrie

Diventa ancora più ampio il divario tra servizi ancora in crisi e l’industria che regge. Nei servizi la flessione dell’attività è rimasta profonda a fine 2020 (Pmi a 39,7), a causa della riduzione degli ordini, domestici ed esteri. Nell’industria, invece, il Pmi a 52,8 indica un miglioramento dell’attività a dicembre. Tale divario è confermato dalla fiducia delle imprese, che a inizio 2021 cala ancora nel commercio e resta bassa negli altri servizi, per la seconda ondata di epidemia, mentre si conferma più alta nell’industria

Export

Lo scenario dell’Export italiano è migliorato. A novembre in risalita (+4,1%), dopo una battuta di arresto in ottobre, tornando sui livelli pre-crisi. Il recupero è diffuso ai mercati Ue ed extra-Ue (in calo, però, a dicembre) e ai principali tipi di beni (di consumo, strumentali, intermedi). Resta invece eterogeneo tra singoli Paesi e settori: spiccano in positivo Germania, Svizzera, Cina e Usa tra le destinazioni.

Tassi sovrani

Nonostante l’instabilità politica e grazie agli acquisti di titoli effettuati dalla Bce i tassi sovrani restano moderati per l’Italia. Si registra un aumento a gennaio (da 0,50% a 0,71% e poi a 0,62% il BTP). Lo spread sulla Germania è salito da 1,05% a +1,20%. Solo i massicci acquisti Bce di titoli di Eurolandia stanno evitando costi maggiori per l’economia italiana, tenendo a freno i tassi. La Borsa ha risentito di più, curvando al ribasso dopo la prima settimana di gennaio (-3,4%; +0,7% quella Usa).

 

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