Tokyo: quasi 40.000 nuovi casi in Giappone nel mese di gennaio. Preoccupano varianti

 

 

Tokyo, 1 Febbraio 2021 – Sfiorati nel mese di Gennaio quasi 40.000 casi di Coronavirus a Tokyo, Giappone. Un dato preoccupante quello diramato dal governo e diffuso da tutti i media nipponici. Con molta probabilità, lo stato di emergenza già in vigore in 11 prefetture, sarà esteso fino al 7 di Febbraio e oltre.

L’aumento dei casi

Il nuovo anno era iniziato in Giappone con una riduzione della positività che però ha avuto breve durata. Dalle ultime settimane di Gennaio i casi hanno cominciato a destare preoccupazioni: molti sono gli anziani che hanno contratto il virus, inevitabile dato che parliamo della popolazione tra le più anziane del mondo, per non parlare della densità abitativa. Una bomba ad orologeria.

Yasutoshi Nishimura, ministro per l’Emergenza Sanitaria aveva riferito in Parlamento la necessità di correre ai ripari, prendendo in considerazione la possibilità di estendere lo stato di emergenza sottolineando la precarietà della situazione e la fragilità del sistema ospedaliero, soprattutto per quanto riguarda i casi che presentano sintomi gravi. 

Lockdown “morbido”

Per quanto riguarda le restrizioni, contrariamente all’Europa o ad altri Paesi orientali come Cina o Corea del Sud che hanno adottato delle misure di contenimento della pandemia molto severe come una capillare campagna di test, il Giappone si è limitato a chiedere alla popolazione di rispettare le norme igieniche, uscite per i servizi essenziali, niente alcol dopo le 19 e smartworking al 70%. Differenza data probabilmente dal fatto che il rispetto nell’accezione più ampia, fa parte della cultura e della disciplina nipponica.

Varianti del virus

L’esecutivo sembrerebbe non riuscire a tenere sotto controllo l’emergenza sanitaria, in considerazione anche del fatto che mancherebbero pochi mesi alle Olimpiadi. Ad aggravare la situazione già di per sé molto fragile, è la diffusione nell’Arcipelago delle varianti del virus inglese, brasiliana e africana. Connotate da un più elevato tasso di trasmissibilità. Per ora 64 persone hanno contratto la forma mutata.

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