Confartigianato, lo scontro russo-ucraino pesa per l’economia

 

 

Roma, 26 febbraio 2022 – Secondo Confartigianato: “Il conflitto in Ucraina e le inevitabili sanzioni alla Russia si ripercuoteranno molto pesantemente sulle imprese italiane“.

“Rischiano di ripetersi le gravi conseguenze economiche derivanti dal conflitto russo-ucraino scoppiato nel 2014 con la crisi di Crimea. Le prolungate sanzioni economiche alla Russia, tra il 2013 e il 2021 hanno fatto calare del 22,2% l’export europeo verso Mosca. Quindi, con una maggiore penalizzazione dell’Italia (-28,5%).

Confartigianato avverte: “In 8 anni le nostre vendite sul mercato russo hanno accumulato perdite per 24.712 milioni di euro, pari a 3.089 milioni di euro medi all’anno. Sarà grave l’impatto sulle piccole imprese. I settori italiani con la maggiore concentrazione di micro e piccole imprese (soprattutto alimentari, moda, mobili, legno, metalli) vendono in Russia prodotti per 2.684 milioni di euro. Quindi pari al 34,9% delle nostre esportazioni nel Paese”.

La confederazione di artigiani e piccoli imprenditori lancia l’allarme con un approfondimento del suo centro studi sui rischi per il nostro export. “Tra le Regioni più esposte per le esportazioni sul mercato russo vi è l’EmiliaRomagna. Seguita da Veneto, Marche, Piemonte, FriuliVenezia Giulia e Lombardia. Tra le province l’export manifatturiero in Russia pesa maggiormente a Vercelli, Fermo, Vicenza, Reggio Emilia, Frosinone, Treviso, Bologna e Piacenza”.

Il presidente di Confartigianato Marco Granelli «esprime profonda preoccupazione per il conflitto in atto in Ucraina e le drammatiche conseguenze per le popolazioni coinvolte. Auspichiamo» – afferma – «che si possano recuperare rapidamente le ragioni del dialogo. Inoltre, riaffermare i valori della libertà e della democrazia per scongiurare effetti ancora più gravi per la vita delle persone, per la sicurezza e la stabilità sociale ed economica dell’Europa».

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