Commissaria Ue alla Salute, un solo vaccino non sarà la panacea

«Un solo vaccino non sarà la panacea. Bisogna essere chiari con i cittadini: la strada da percorrere è ancora lunga. Finché non avremo un numero sufficiente di vaccini sicuri ed efficaci, sarà necessario continuare ad adottare una serie di misure anche nei prossimi mesi». Lo afferma la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides, in un’intervista al quotidiano la Stampa in cui sottolinea la necessità di mettere a punto al più presto i piani nazionali di vaccinazione per farsi trovare pronti quando arriveranno le prime dosi.

Entro la fine di novembre piani di vaccinazione pronti

«Già ad ottobre avevamo inviato una comunicazione ai ministri della Salute per invitarli a predisporre le infrastrutture necessarie e le strategie di vaccinazione in modo da poter raggiungere i cittadini il più velocemente possibile quando avremo i vaccini. La scorsa settimana» – spiega Kyriakides – «ho inviato nuovamente una lettera, spiegando che entro la fine di novembre verificheremo che i governi abbiano predisposto tutte le misure necessarie per essere pronti».

Accordi siglati per più vaccini

Oltre ai 300 milioni di dosi del vaccino Pfizer, «puntiamo ad avere un portfolio di vaccini il più vasto possibile. Abbiamo già siglato altri tre accordi con AstraZeneca, Sanofi e Johnson&Johnson. Inoltre abbiamo concluso negoziati esplorativi anche con CureVac e Moderna», sottolinea la commissaria. «Questo aumenterà le possibilità di avere vaccini efficaci. Potenzialmente potremmo avere 1,3 miliardi di dosi con un’opzione per ulteriori 500 milioni».

Ma la Kyriakides non ha parlato solo di questo. La frammentazione nella lotta contro il coronavirus ci rende più vulnerabili e, pertanto, è necessaria una maggiore collaborazione in termini di scambio di informazioni pertinenti tra il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e i singoli Stati membri. Lo ha affermato in un’intervista, invece, pubblicata dal quotidiano spagnolo El Pais, aggiungendo che tali dati devono essere disponibili a livello centrale in modo da poter conoscere, per esempio, la capacità delle unità di terapia intensiva o degli ospedali.

Una risposta europea

In questo modo, ha evidenziato la commissaria europea, si possono anticipare minacce specifiche, ma anche monitorare la capacità di produzione, il fabbisogno di materie prime e valutare se ci sono vulnerabilità nelle catene di fornitura. Secondo Kyriakides lo scambio di informazioni tra gli Stati e il Ecdc «è migliorato notevolmente» e l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) d’ora in poi sarà «un obbligo giuridico».

 

In merito a questo argomento vedi anche l’approfondimento nell’articolo specifico “Ue, firmato contratto vaccino Pfizer-BioNTech per la fornitura di 300 milioni di dosi” su www.eurocomunicazione.com

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