Cile, scontri durante la commemorazione delle vittime di Pinochet

Santiago del Cile, 11 Settembre 2023 – Il Cile è stato teatro di alcuni scontri tra popolazione e forze dell’ordine nel corso di una commemorazione in ricordo delle numerose vittime cadute sotto la dittatura del generale Augusto Pinochet che l’11 settembre del 1973 con un colpo di Stato diede inizio a una tirannia durata ben 17 anni. Al corteo organizzato dal Coordinamento nazionale dei diritti umani e sociali hanno partecipato anche il presidente Gabriel Boric, la ministra segretaria generale del Governo Camila Vallejo e Baltazar Garzón, il giudice spagnolo che fece arrestare Pinochet a Londra.

 

Gli scontri

I manifestanti e la polizia sono venuti a contatto una volta che il corteo è arrivato sotto il palazzo presidenziale “La Moneda”, e nel cimitero della Città dove risiede un memoriale per le vittime del sanguinario regime di Pinochet. Gli agenti, per placare i rivoltosi che hanno danneggiato le finestre del palazzo e vandalizzato la facciata esterna, hanno dovuto utilizzare idranti e lanciare lacrimogeni. Secondo quanto affermato dal Governo alla celebrazione hanno preso parte circa 5.000 persone, mentre il bilancio dei feriti è di almeno 6 agenti. 11 le persone arrestate.

Boric: “Condanno fermamente quanto accaduto”

Il presidente della Repubblica del Cile Gabriel Boric, che inizialmente ha preso parte al corteo, ha espresso su Twitter (X) parole di ferma condanna, sottolineando che “questi eventi sono senza alcuna scusa, l’irrazionalità di attaccare ciò per cui Allende (il presidente destituito dal golpe) e tanti altri democratici hanno combattuto è ignobile”. Dal 1990, anno da cui si svolge la commemorazione della fine della dittatura di Pinochet, Boric è il primo presidente che vi partecipa attivamente. Nel Paese infatti è ancora forte la spaccatura tra chi era contrario a Pinochet e i suoi sostenitori.

Il golpe del ’73

Iniziata nel 1973 quando l’allora generale Augusto Pinochet incoraggiato dagli Usa destituì militarmente l’allora presidente Salvador Allende, dando vita a 17 annoi di terrore. In tutto scomparvero più di 3.065 persone, per non parlare del traffico di bambini tolti alle famiglie indigenti.

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