Cgia, permesso conteggio attività illegali in Pil

 

 

Venezia, 21 Gennaio 2023 – L’ufficio studi della Cgia rende noto che «l’Italia registra una economia criminale che in massima parte è gestita dalle organizzazioni mafiose e conta un volume d’affari annuo stimato in 40 miliardi di euro, pari a oltre il 2% del nostro Pil. Stiamo parlando dell’economia criminale riconducibile alla Mafia Spa che, a titolo puramente statistico, presenta in Italia un “giro d’affari” inferiore solo al fatturato di Gse (Gestore dei servizi energetici), di Eni e di Enel. Sono dati, quelli relativi alle attività economiche criminali, che sono certamente sottostimati, in quanto non siamo in grado di dimensionare anche i proventi ascrivibili all’infiltrazione di queste organizzazioni malavitose nell’economia legale».

Il permesso dell’Ue

Tuttavia, aggiunge la Cgia, «se a parole tutti siamo contro le mafie, nelle azioni concrete non sempre è così. Infatti, è quanto meno “imbarazzante” che dal 2014, l’Unione europea, con apposito provvedimento legislativo, consenta a tutti i Paesi membri di conteggiare nel Pil alcune attività economiche illegali: come la prostituzione, il traffico di stupefacenti e il contrabbando di sigarette».

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