Certificato EU Covid-19, facilitare la circolazione senza discriminazioni

 

 

Bruxelles, 29 Aprile 2021 – Il certificato verde digitale torna protagonista al Parlamento europeo (Pe). Infatti ha adottato la proposta negoziale sulla proposta di un certificato per riaffermare il diritto alla libera circolazione. Primo cambiamento in atto il nome che dovrebbe essere cambiato incertificato EU Covid-19“. Inoltre la proposta ne prevede una durata di 12 mesi.

Resta invariato il formato, digitale o cartaceo e ciò che attesterà. Quindi il documento certificherà l’avvenuta vaccinazione o la negatività della persona accertata da un test o la guarigione dall’infezione. Tuttavia non serviranno come documento di viaggio né condizioneranno il diritto alla libera circolazione.

La proposta legislativa che riguarda i cittadini europei approvata con 540 voti a 119 e 31 astensioni. Mentre quella sui cittadini di Paesi terzi è passata con 540 voti a 61 e 60 astensioni.

Proposte contro la discriminazione

Il Pe afferma che i titolari di un certificato Covid-19 Ue non dovrebbero essere soggetti a ulteriori restrizioni di viaggio, come la quarantena, l’autoisolamento o i test. Inoltre la proposta degli eurodeputati prevede la richiesta ai Paesi dell’Unione di effettuare test universali, accessibili, tempestivi e gratuiti. Ciò eviterebbe discriminazioni nei confronti di coloro che non sono vaccinati o non posso permettersi economicamente il test.

Un’altra iniziativa riguarda i vaccini. I deputati sottolineano che devono essere prodotti su scala, a prezzi accessibili e distribuiti a livello globale. Non restano indifferenti, esprimendo preoccupazione, per i gravi problemi causati dalle aziende che non rispettano i programmi di produzione e consegna.

Vaccini autorizzati

I Paesi Ue devono accettare i certificati rilasciati in altri Stati membri per le persone vaccinate con un vaccino autorizzato in Ue dall’Agenzia europea del farmaco. Attualmente sono Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca e Janssen. Spetterà agli Stati membri decidere se accettare anche i certificati di vaccinazione rilasciati in altri Stati membri per i vaccini elencati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per uso di emergenza.

Protezione dei dati

La posizione del Pe prevede che i certificati siano soggetti a un controllo continuo per evitare frodi e falsificazioni. Ma anche, la verifica dell’autenticità dei sigilli elettronici inclusi nel documento. I dati personali ottenuti dal certificato EU non dovrebbero essere conservati dagli Stati membri di destinazione. Né si dovrebbe costituire una banca dati centrale a livello Ue. La lista delle entità che tratteranno e riceveranno i dati dovrà essere resa pubblica. In modo tutti possano esercitare i loro diritti di protezione dei dati secondo il regolamento Ue sulla protezione dei dati.

Sia il Parlamento che il Consiglio sono ora pronti a iniziare i negoziati. L’obiettivo è quello di raggiungere un accordo prima della stagione turistica estiva.

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