Capolinea per AstraZeneca. Le Regioni vaccinano tutti

 

 

Roma, 30 Marzo 2021 – AstraZeneca arriva al capolinea. Morto (il nome) di un vaccino se ne fa un altro.

Vaxzevria

Il vaccino anti-Covid-19 più discusso al Mondo ha avuto l’approvazione dell’Ema per mutare (in linea con le varianti) il proprio nome. Così da oggi si chiamerà “Vaxzevria“.

L’annuncio sul sito dell’agenzia europea del farmaco (Ema) dopo la richiesta effettuata dalla casa farmaceutica anglo-svedese il 25 marzo.

A cambiare non è solo il nome ma anche il bugiardino. Sempre sul sito dell’Ema, infatti, presente anche il nuovo foglietto illustrativo. Il quale da oggi tra gli effetti collaterali vede presenti i rarissimi casi di trombosi.

Nel frattempo a Berlino

Ma i “rari casi” di Vaxzevria non vedono la fine del tunnel, infatti la città di Berlino ferma le vaccinazioni non solo per le donne, ma anche per gli uomini under 60. La notizia riportata dal Dipartimento per gli affari politici (Dpa).

Anche il Land del Brandeburgo, che circonda la capitale tedesca, ha preso la stessa decisione, come rende noto il portavoce della Salute del Land tedesco.

Il Land di Berlino aveva interrotto le vaccinazioni con AstraZeneca per le sole donne sotto i 60 anni, alla luce di nuovi dati sugli effetti collaterali. Secondo il Paul Ehrlich Institut, l’istituto nazionale per le vaccinazioni, sono 31 in Germania, fino a oggi, i casi di trombosi cerebrale dopo il vaccino AstrAzeneca.

In Italia i cambiamenti invece solo per le Regioni

Ogni Regione dovrà vaccinare non solo la popolazione residente ma anche chi vive in quel territorio per motivi di lavoro. Questo è quanto previsto da un’ordinanza firmata dal commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo. “In attuazione del piano strategico nazionale dei vaccini” – si legge – “ciascuna Regione o provincia autonoma proceda alla vaccinazione non solo della popolazione ivi residente ma anche di quella domiciliata nel territorio regionale per motivi di lavoro, di assistenza familiare o per qualunque altro giustificato e comprovato motivo che imponga una presenza continuativa nella Regione o provincia autonoma“.

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