Articolo 7 Ue, la Polonia trova la via d’uscita

 

Bruxelles, 21 Febbraio 2024 – La Polonia ha presentato un piano d’uscita dall’articolo 7 Ue inerente la violazione dello Stato di diritto emesso dalle istituzioni europee circa sei anni fa. Adam Bodnar, ministro della Giustizia polacco, ha presentato il dossier nel corso di una riunione dei ministri degli Affari esteri nella Capitale belga. Questa si inserisce nel cambio di rotta voluto dal neo primo ministro Donald Tusk che, europeista convinto, preme per un reset diplomatico per migliorare i rapporti con l’Europa.

Bodnar: «Ripristinare lo stato di diritto»

Inoltre, il ministro ha sottolineato la necessità di «intervenire in qualsiasi maniera per ripristinare lo stato di diritto e intervenire sugli statuti del Consiglio nazionale della magistratura, della Corte suprema, dei tribunali ordinari, del tribunale costituzionale e intervenire anche per la separazione delle funzioni del ministro della giustizia e del capo dell’ufficio del procuratore nazionale». Queste azioni sono necessarie perché le riforme della giustizia adottate dai Conservatori hanno spinto Bruxelles a bloccare diversi miliardi di fondi europei poiché minavano l’indipendenza dei giudici. «Se ci riusciamo» – dichiara ai giornalisti – «possiamo avere un’influenza sull’andamento dell’integrazione europea».

Articolo 7 Ue

L’articolo 7 stabilisce che se un Paese viola gravemente o persistentemente i principi su cui si fonda l’Europa (il rispetto della dignità umana, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti fondamentali, ivi compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze), questo potrebbe vedere sospesi i diritti di adesione con tutte le limitazioni che ne conseguono.  Ad esempio non poter esprimere le proprie preferenze nel corso delle votazioni presso le istituzioni europee. Polonia e Ungheria sono gli unici Paesi membri a essere sottoposti a tale articolo.

Proposta accolta con favore

Didier Reynders commissario per la Giustizia, intervenuto a margine della riunione ha dichiarato che il documento presentato «non solo testimonia l’impegno su quanto già fatto, ma è un piano d’azione sui punti chiave inseriti nella procedura dell’articolo 7». Il dossier ha ricevuto anche il plauso del ministro belga Hadjia Lahbib.

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