Afghanistan, Guerini: «militari italiani escono a testa alta»

 

 

Roma, 24 Agosto 2021 – I militari italiani «escono a testa alta dal loro impegno in Afghanistan». Lo ha dichiarato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini in audizione davanti alle Commissioni riunite Affari Esteri e Difesa di Camera e Senato. Riunite, per l’occasione, sulla crisi afghana e i suoi sviluppi.

Amicizia e apprezzamento degli afghani

Lo testimoniano – ha aggiunto – «il grande sforzo di questi giorni e ce lo dicono le cifre. I notevoli risultati conseguiti sul terreno. Il sentimento di sincera amicizia della popolazione afghana e le innumerevoli testimonianze di apprezzamento che abbiamo raccolto dalle istituzioni a livello locale. Con cui abbiamo operato lealmente e costruttivamente dando sempre massima priorità alle esigenze di sviluppo e di sicurezza delle comunità locali. Per permettere loro di crescere così anche da rafforzare una comune base identitaria».

Professionalità e sacrifici riconosciuti

A questo si aggiungono «le numerose attività di ricostruzione e sviluppo di capacità condotte a favore della popolazione afghana. Che ci ha visto contribuire, insieme alle varie realtà governative e non governative operanti in Afghanistan, e in sinergia con la Farnesina, alla costruzione di importanti infrastrutture». Come scuole, pozzi e vie di comunicazione. L’operato “silenzioso e costante” dei militari italiani «merita il plauso e la gratitudine anche da parte di tutto il popolo italiano, per l’impegno al servizio dei valori della libertà e della democrazia in diverse Regioni del Pianeta, agendo con riconosciute professionalità e sacrificio».

Il ricordo di chi ha dato la vita

«Un sacrifico alle volte estremo» – ha ricordato Guerini – «come quello dei 54 militari che hanno perso la vita in Afghanistan. La cui memoria vive e vivrà per sempre nei cuori dei loro commilitoni e di tutti coloro che non dimenticheranno mai il loro servizio al nostro Paese. Anche oggi, mentre vi sto parlando, con la stessa abnegazione sta continuando senza sosta l’attività di evacuazione da Kabul».

Mettere in sicurezza ed evacuare più persone possibili

Ora «stiamo impiegando tutte le risorse disponibili e fino a quando le condizioni lo consentiranno faremo ogni sforzo, congiuntamente agli Alleati, per mettere in sicurezza ed evacuare più persone possibili». Questo «è senz’altro un impegno politico. Ma è anche, innanzitutto, un convincimento morale condiviso da ogni uomo e donna delle Forze Armate. Così come, sono certo, da tutti gli italiani».

Nessun mezzo militare italiano ceduto a forze afghane

«Sicuramente hanno anche influito alcuni fattori di natura tattico-operativa, quali quelli legati a una logistica non efficace ma, a mio parere, sono stati prevalenti quelli di natura politica, sociale e culturale che hanno portato al totale sfaldamento delle forze armate, con numerosi episodi di abbandono di mezzi e materiali e di capitolazione ai Talebani. Su quest’ultimo punto ribadisco in questa sede che nessun sistema d’arma o mezzo militare italiano è stato ceduto alle forze afghane al momento del rientro del nostro contingente».

Calderoli: «ministri Di Maio e Guerini dovevano riferire al Parlamento»

«Oggi ho partecipato, in presenza, all’audizione sulla crisi in Afghanistan dei ministri degli Esteri, Luigi Di Maio, e della Difesa, Lorenzo Guerini». Lo afferma il leghista Roberto Calderoli, vice presidente del Senato. «Un’audizione in cui era necessario esserci per avere una conoscenza diretta, dalla loro voce, di quanto sta accadendo. E rischia di accadere non solo in Afghanistan ma in tutta quella parte del Mondo mediorientale».

«Ritengo però» – aggiunge Calderoli – «che in questo momento sia necessario avere le idee chiare sulla politica estera e sui fondamentalismi e su come contrastarli. Ma sono convinto che il Governo su questo tema così cruciale avrebbe dovuto riferire all’intero Parlamento, perché la nostra è una Repubblica parlamentare e tocca al Parlamento dare un indirizzo al Governo».

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