Sfratti, Unione inquilini: non sono andati in lockdown

 

 

Roma, 17 Agosto 2021 – «32.500 nuove sentenze di sfratto emesse nel corso del 2020, malgrado la pandemia e il lockdown. Di queste, 28.000, quasi il 90%, sono quelle emesse per morosità. Pure in presenza di provvedimenti per la sospensione delle esecuzioni forzate, sono state oltre 5.000 gli sfratti eseguiti con la forza pubblica».

Le sentenze di sfratto non si sono fermate

A denunciarlo Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione inquilini. «Numeri ovviamente in diminuzione rispetto agli anni precedenti ma molto preoccupanti perché testimoniano che, in una Italia sostanzialmente bloccata a causa della pandemia, le sentenze di sfratto non si sono fermate», aggiunge De Cesaris.

L’incidenza della povertà assoluta in Italia

«Il punto però è mettere in relazione questo ulteriore incremento degli sfratti con la condizione sociale del Paese e l’aumento della povertà. L’incidenza di povertà assoluta in Italia varia a seconda del titolo di godimento dell’abitazione in cui si vive», si fa notare. E la situazione è particolarmente critica per chi vive in affitto.

In graduatoria in attesa di una casa popolare

«Quella degli sfratti» – conclude l’Unione inquilini – «è solo la punta dell’iceberg di una sofferenza abitativa profonda e che investe l’intero Paese. Uno squilibrio determinato dalla carenza di abitazioni a canone sociale rispetto a una richiesta inevasa di 650 mila alloggi di nuclei familiari utilmente collocati nelle graduatorie dei comuni e in vana attesa di una casa popolare».

A rischiare sono pure gli amici a quattro zampe

«Sono circa 9.000 le famiglie con animali che rischiano di trovarsi da un giorno all’altro in mezzo alla strada, con i propri amici a quattro zampe che nella maggioranza dei casi sarebbero costretti a essere ricoverati in canile o gattile. O in caso di animali da reddito rischierebbero seriamente la soppressione e la macellazione in diversi casi».

Lo sostiene l’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente secondo cui «per sfratti risalenti a prima della pandemia il rischio che siano eseguiti già a partire dalle prossime settimane è molto probabile e questo interesserebbe almeno 30.000 animali che nel giro di 15 mesi rischiano di finire in mezzo alla strada per questo chiediamo una moratoria degli sfratti per le famiglie con animali per almeno ancora un anno».

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