Ucraina: da camion a banche, le sanzioni Ue a Mosca

 

 

Bruxelles, 24 Febbraio 2022 – I capi di Stato e di Governo dell’Unione europea hanno raggiunto un primo accordo sul nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina. E hanno già aperto la discussione su un eventuale terzo pacchetto che potrebbe arrivare nei prossimi giorni se la Russia non sposasse la de-escalation.

Misure europee per convincere i russi

Il documento del secondo pacchetto di sanzioni, di cui dà alcuni anticipazioni l’agenzia spagnola Efe, contempla misure in sei ambiti: i settori finanziario, energetico e dei trasporti, il commercio di beni a duplice uso, la politica dei visti e le nuove sanzioni individuali. Nel capitolo finanziario, i leader hanno deciso di attaccare il finanziamento di due banche private (Alfa Bank e Bank Okritie) e società pubbliche come la società di difesa Almaz-Antey, il produttore di camion Kamaz e il consorzio Rostec, oltre ad agire per i flussi finanziari vietando, ad esempio, nuovi depositi da parte di cittadini russi e residenti nelle banche dell’Ue.

Settore energetico e dei trasporti

Per quanto riguarda il settore energetico, il secondo pacchetto di sanzioni dell’Ue vieta l’esportazione di tecnologia e attrezzature necessarie per il miglioramento delle raffinerie di petrolio russe in linea con gli standard Euro-6. In relazione ai trasporti, le sanzioni per l’operazione militare di Mosca sull’Ucraina contemplano il divieto di esportazione, vendita e fornitura di aeromobili, componenti e attrezzature di aeromobili alla Russia, nonché servizi di riparazione e manutenzione.

Restrizioni alle esportazioni di beni civili e militari a duplice uso

Come accadde dopo l’annessione della Crimea nel 2014, i leader europei hanno anche deciso di aumentare le restrizioni alle esportazioni verso la Russia di beni civili e militari a duplice uso che possono “contribuire, direttamente o indirettamente, al miglioramento della capacità militare e tecnologica della Russia”. Una misura che “si applicherà a tutti gli utilizzatori finali di articoli” nei settorielettronica, informatica, telecomunicazioni e sicurezza informatica, sensori e laser e applicazioni marine“.

Sospensione dei visti con passaporti diplomatici

I Ventisette hanno inoltre deciso di “sospendere” i visti per i russi con passaporti diplomatici. E ancora: nella nuova lista sono finiti i deputati della Duma non inclusi nel primo pacchetto di misure, membri del Consiglio di sicurezza nazionale russo e bielorussi chehanno facilitato l’invasione dell’Ucraina“, come militari, personale del ministero della Difesa o dei servizi di frontiera. Si sta preparando il terreno per un pacchetto di sanzioni economiche anche contro la Bielorussia. I criteri per l’inclusione delle persone nell’elenco delle sanzioni sono stati anche ampliati nell’ottica di “raggiungere altre forme di sostegno al regime russo, compresi gli oligarchi”.

Sanzioni che si aggiungono a quelle già approvate martedì

Fonti diplomatiche hanno spiegato che, dopo aver raggiunto un consenso sul contenuto del secondo pacchetto di sanzioni concordato in queste ore – che si aggiunge a quelle già approvate martedì per il riconoscimento russo dell’indipendenza delle repubbliche separatiste – il dibattito dei leader sarà ora incentrato sulle future misure restrittive. Tutti i leader concordano sul fatto che sarà adottato un “approccio graduale” nell’approvazione di nuove sanzioni e non tutta l’artiglieria verrà messa in campo nelle prossime ore, poiché non si sa come possano evolversi gli eventi sul territorio ucraino dopo le notizie sul terreno secondo cui le truppe russe circondano la capitale, Kiev.

Gli altri problemi sul campo

Il dibattito al tavolo del vertice riguarda quindi il contenuto dei futuri pacchetti di sanzioni, quando e come dovrebbero svolgersi gli eventi per attivare ogni misura restrittiva, tra cui alcuni Paesi propongono l’esclusione della Russia dal sistema Swift o l’inclusione nell’elenco sanzionato di oligarchi russi o il presidente Vladimir Putin. I leader si sono inoltre occupati dei piani di emergenza per far fronte all’impatto dell’invasione sui prezzi dell’energia, che preoccupa Paesi fortemente dipendenti dal gas russo come la Bulgaria, e di come l’Unione europea sarà in grado di contenere l’aumento dei prezzi.

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