Stazzema, 560 le vittime brutalmente massacrate

 

 

Roma, 12 Agosto 2021 – Settantasette anni fa furono 560 le vittime, soprattutto donne e bambini, massacrati da fascisti locali e giovani SS a Stazzema, in provincia di Lucca.

Il sindaco della città

«L’ideologia che ha portato a quella strage non è ancora debellata», afferma il sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, che si è fatto promotore, in piena pandemia, di una proposta di legge di iniziativa popolare contro la propaganda fascista e nazista. In pochi mesi raccolte 240mila firme, ben più delle 50 mila richieste.

«Sant’Anna di Stazzema ha un record: la strage è avvenuta il 12 agosto 1944, il terzo grado di giudizio del processo è arrivato nel 2007. Questo, perché i fascicoli furono persi o, io dico, insabbiati. Ecco, mi auguro che la proposta di legge contro una ideologia criminale non faccia la stessa fine dei fascicoli dell’eccidio», aggiunge il primo cittadino. La speranza è nell’approvazione da parte delle Camere. «Trovo doveroso da parte di un Parlamento democratico quantomeno portare la Pdl in discussione, ma mi auguro che la legge venga approvata».

Il ricordo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella

«Il 12 agosto di settantasette anni or sono i militari delle SS compirono nelle frazioni di Stazzema un eccidio di civili indifesi. Tra i più spaventosi dell’intera guerra. Centinaia e centinaia furono i morti. Bambini trucidati insieme alle loro madri e ai loro nonni. Stazzema era considerata un rifugio per i più deboli, per gli sfollati. Divenne invece terra insanguinata, teatro di crudeltà atroci e di un feroce disprezzo per la vita umana, fino allo scempio del rogo di vittime nella piazza di Sant’Anna».

«Tanto orrore non potrà mai essere dimenticato. La Repubblica oggi si inchina davanti al sacrario di Stazzema. Un sentimento profondo unisce gli italiani ai familiari delle vittime dell’eccidio. Ma anche, ai valorosi superstiti che per tutta la vita hanno portato il fardello di un dolore così grande. Continuando a spendersi per far conoscere, per ricordare, per trasmettere, con la forza della loro testimonianza, il messaggio più semplice e potente: mai più».

«Il riscatto dall’oppressione e da tante sofferenze fu possibile grazie allo spirito di solidarietà e giustizia, al rispetto dei diritti inviolabili, che il nostro popolo seppe far prevalere. La democrazia e la libertà richiedono ora di essere continuamente alimentate da valori civili e dal senso di comunità. Anche per questo, la memoria dei momenti più drammatici resta un patrimonio prezioso anche per affrontare le sfide dei tempi nuovi e delle necessarie innovazioni».

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