Regioni, rivedere i parametri per le zone a rischio

La Conferenza delle Regioni ha accolto la richiesta del Friuli Venezia Giulia in merito alla necessità di rivedere i parametri che determinano l’assegnazione dei territorio alle diverse zone a rischio. «Il nostro obiettivo» – ha spiegato il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga – «è avere a disposizione parametri immediatamente disponibili da parte delle Regioni, frutto di un confronto con la parte tecnico scientifica sia a livello nazionale che regionale. Confronto che deve essere da supporto per la decisione finale che non può che essere di carattere politico».

Le parole di Fedriga

Per Fedriga, che aveva chiesto la convocazione della Conferenza delle Regioni dopo il passaggio del Fvg in zona arancione, serve fare «un passo in avanti in termini di responsabilizzazione sia da parte del Governo che delle Regioni al fine di compiere le scelte migliori per tutelare al massimo la salute dei cittadini».

Governo cauto

Dopo due settimane di misure restrittive per le regioni rosse e arancioni potrebbero essere possibili, nella terza settimana, quella di monitoraggio e verifica, da parte del governo. Palazzo Chigi apre con estrema cautela alla speranza per i territori più penalizzati dalle norme anti-Covid. Resta prevalente la linea del rigore e non si spegne la polemica di alcuni governatori in vista delle prossime “pagelle” sul contrasto al virus e soprattutto del Natale.

Le prossime “pagelle”

A essere sottoposte a nuova valutazione saranno, dal 20 novembre, le prime a essere dichiarate rosse, ossia Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle d’Aosta e Alto Adige (provincia autonoma). La pressione delle categorie produttive – specie ristoratori e commercianti – sui presidenti di Regioni sono sempre più forti. Si chiede di agire sul governo per allentare il più presto possibile le strette anti-Covid. Si conta di ottenere cambiamenti di fascia dal ministero della Salute anche prima del nuovo Dpcm che dopo il 3 dicembre definirà le regole per le feste natalizie (e per i consumi a esse connessi).

Speranza non vuole deroghe

Il meccanismo a tre colori, ideato dall’esecutivo con l’ultimo Dpcm, prevede dei tempi ben precisi, che il ministro della Salute Roberto Speranza vuole far rispettare senza deroghe. La sottosegretaria Sandra Zampa conferma che l’obiettivo del governo è proseguire con il modello «delle tre fasce, rossa, arancione e gialla», mentre viene di nuovo escluso un lockdown totale come quello varato in Austria.
Di fronte a un primo, timido, ammorbidimento della curva epidemica non è il momento di mollare la presa, si ragiona nell’esecutivo e nel Comitato tecnico scientifico, soprattutto se si vuole avere qualche possibilità di allentamento del rigore a Natale. Dibattito sulle feste, il cenone e il veglione che al momento Speranza definisce «lunare».

Se curva scende allentamento non automatico

Come ribadisce la fonte di governo sentita dall’Agenzia Ansa, «é scritto. Chi ha un colore ci resta per due settimane minimo. Dalla terza in poi, quella della verifica dei dati, a fronte di numeri incoraggianti si può iniziare a parlare diallentamenti“, esperti permettendo». Ma non sarà facile ottenerli.
Il presidente della Toscana Eugenio Giani, critico ma collaborativo con il governo dopo l’inserimento della Regione in zona rossa, afferma che l’obiettivo è riportarla in zona gialla entro Natale. Ma, ammette, «risalire è dura».

Si pensa semmai alle province

Semmai si sta ragionando sulla possibilità di allentare le misure per provincia. In Lombardia ad esempio la situazione di Bergamo – travolta dalla prima ondata – è molto più tranquilla di quella di Milano, Varese e della Brianza.

Abruzzo zona rossa

Infine dopo Campania e Toscana, anche l’Abruzzo diventa zona rossa (dal 18 novembre). In Cdm via libera al testo della Manovra. Insomma, non sarà facile ottenere allentamenti. Più facile che ci siano anzi ulteriori restrizioni: osservata speciale la Puglia, oggi arancione, che al prossimo monitoraggio rischia di diventare zona rossa. Anche le gialle, dal Lazio al Veneto alla Sardegna, rischiano un cambio di colore verso l’arancione.

 

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