Polonia sotto il mirino dell’Unione europea

 

 

Bruxelles, 8 Agosto 2021 – La Polonia ci ripensa e fa dietro front sulla riforma della Giustizia. Varsavia è in un duro scontro con la Ue, e all’indomani della minaccia di una possibile “Polexit”, sta valutando di cancellare il regime disciplinare per i giudici bocciato anche alla Corte di giustizia europea.

Cosa rischia lo Stato

Se effettivamente la Polonia non tornerà sui suoi passi rischia una multa salata o il rigetto del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma c’è anche la possibilità dell’attivazione del meccanismo sul rispetto dello stato di diritto che bloccherebbe l’erogazione dei fondi strutturali europei, di cui Varsavia è da sempre beneficiaria netta.

Inversione di marcia

Primo passo verso il compromesso fatto, giovedì, dal primo presidente della Corte Suprema polacca, Malgorzata Manowska, con l’emissione di due ordinanze per congelare fino a novembre l’attività di quella camera disciplinare che avrebbe il potere di revocare l’immunità dei giudici e di ridurre i loro stipendi.

La decisione ha provocato  malumori nella coalizione nazionalista di Governo. Divisa tra chi, compreso il premier Mateusz Morawiecki, vorrebbe ancora mediare con Bruxelles e chi, come il guardasigilli Zbigniew Ziobro, proprio non ne vuole sapere. Ma alla linea definitiva ci pensa Jaroslaw Kaczynski, leader del primo partito di maggioranza, il Pis. Infatti, annuncia la volontà di eliminare dalla riforma la norma che prevede il regime disciplinare, facendo così “scomparire l’oggetto di controversia con la Ue”.

A Bruxelles restano prudenti

Un portavoce dell’Unione europea fa sapere che la decisione di Varsavia sarà analizzata “con attenzione”, ma si aspetta una notifica ufficiale. E possibilmente entro il 16 agosto, data in cui “le autorità polacche sono tenute a informare la Commissione delle misure adottate per conformarsi alla sentenza del 15 luglio”. Con la quale la Corte di giustizia Ue aveva rigettato in pieno il regime disciplinare dei giudici, ritenendolo carente sotto il profilo dell’imparzialità e dell’indipendenza. Le prime proposte di modifica della riforma dovrebbero essere presentate dal Governo polacco a settembre, ma per la Ue occorre fare in fretta. Anche perché in ballo c’è la valutazione, già prorogata, del Piano per ottenere i 23,9 miliardi di euro in sovvenzioni. Ma, anche,  i 12,1 miliardi in prestiti che rendono la Polonia una delle maggiori beneficiarie del Recovery Fund.

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