Pil Ue cresce nel 2021, quello italiano no

 

 

Roma, 9 Aprile 2022 – “Il Pil Ue, nella media a 27, nel 2021 raggiunge livelli superiori a quelli del 2019, prima dell’inizio della pandemia, con 14.447 miliardi complessivi a fronte dei 14.017 del 2019. Ma questo non accade per Italia, Spagna, Portogallo e Grecia che nell’anno hanno ancora risultati inferiori, a prezzi correnti, rispetto a quelli del 2019″. Questo ciò che emerge dalle tabelle Eurostat, secondo le quali l’Italia con 1.775,4 miliardi di euro migliora rispetto ai 1.656,9 del 2020. Ma è ancora indietro rispetto ai 1.796,6 del 2019. Nel 2018 il risultato era di 1.771 miliardi.

Cala la produzione industriale

“Gli effetti della guerra fermano la produzione industriale italiana che a marzo scende dell’1,5%, dopo il rimbalzo di febbraio (+1,9%)”. È la stima del Centro studi di Confindustria nell’indagine rapida.

Di conseguenza, nel primo trimestre dell’anno si stima una diminuzione della produzione industriale del 2,9% rispetto al quarto trimestre del 2021. Ciò “inciderà negativamente sulla dinamica del Pil”.

Inoltre, “indici di sentiment sull’attività imprenditoriale e di fiducia, in flessione a marzo, preannunciano rilevanti ripercussioni sull’effettiva capacità di tenuta delle imprese nei prossimi mesi”, sottolinea Confindustria.

Burocrazia troppo cara

A frenare la crescita delle imprese italiane non sono soltanto i postumi della crisi pandemica e gli effetti della guerra in Ucraina”, secondo la Cgia di Mestre. A contribuire “in maniera altrettanto preoccupante” anche “la stretta dell’oppressione burocratica sugli imprenditori“. Infatti, secondo lo studio dell’associazione veneta, costa ogni anno 57 miliardi di euro alle aziende e alle imprese del nostro Paese.

Secondo lo studio della Cgia, “i tempi, i costi e la farraginosità della cattiva burocrazia italiana costituiscono un problema di tutto il Paese“. Ma “nel Mezzogiorno, dove la nostra pubblica amministrazione è meno efficiente, la situazione è maggiormente critica“. E proprio a causa della burocrazia “molti investitori stranieri rifiutano di trasferirsi in Italia“.

Mentre secondo i dati Ocse “la produttività media del lavoro delle imprese italiane è più elevata nelle zone dove l’Amministrazione pubblica è più efficiente. Per contro, dove invece è più bassa, la produttività del settore privato ne risente negativamente”.

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