Parco storico ristrutturato a metà, degrado a Roma

 

 

Roma, 29 marzo 2021 – Quando fu realizzato 90 anni fa, sul modello del verde pubblico inglese dall’architetto Raffaele De Vico, che ha firmato tanti bei parchi nella capitale, era un ettaro di paradiso, ricco di verde e di essenze arboree. Le immagini d’epoca di Villa Fiorelli – nei pressi della basilica di San Giovanni – risollevano lo spirito. Ma fanno pure pensare a come sia possibile che il parco storico, oggi, sia ridotto così malamente. «Sarà questa la transizione ecologica di cui tanto si parla in Italia?», domanda Sergio Iacomoni, detto Nerone, presidente del Movimento Storico Romano, che ha sollevato il caso.

La ciambella di Villa Fiorelli

Villa Fiorelli ha una forma circolare ed è attraversata da stradine intitolate a grandi giornalisti. È stata restaurata a fine 2019 e riaperta nel 2020, quindi di recente. Il restyling, però, non ha toccato l’area centrale, dove appare un buco nero corrispondente a due siti importanti. Il primo, di fronte a largo Paolo Frajese, è l’ex edificio storico del Servizio giardini, che dovrebbe curare il verde «e invece da anni è ridotto a una cloaca», osserva Sergio Nerone Iacomoni. Il secondo è il Centro anziani, un tempo frequentato da centinaia di persone del quartiere e oggi sepolto dall’incuria.

Il film horror

L’edificio dell’ex servizio giardini potrebbe essere preso in prestito per girare un film horror, tale è il suo stato di degrado. All’esterno campeggia ancora la tabella, imbrattata, di un cantiere dimenticato risalente al 2006 che elenca dei lavori per oltre 480mila euro. A due passi svetta la targa deturpata che ricorda Garibaldi, il quale, ospite dei Fiorelli, dopo la caduta della Repubblica romana, radunò lì i suoi. Se fossimo a Parigi, i nostri cugini, che fanno i soldi pure con il giro turistico delle fogne, avrebbero trovato il modo di ricavare uno spazio a pagamento. «Noi, invece, lasciamo che i graffitari oltraggino impunemente la storia», sottolinea Sergio Nerone Iacomoni.

«Transizione ecologica? Ma mi faccia il piacere»

Un parco avrebbe bisogno di manutenzione e controllo costanti, come avviene nelle capitali virtuose. Restaurarlo a metà e poi abbandonarlo a sé stesso, equivale a gettare i soldi dalla finestra. «Per Roma sarebbe necessario un nuovo modello di tutela in sinergia con il privato», propone Sergio Nerone Iacomoni. Perché, «senza la cura quotidiana, fra non molto, a Villa Fiorelli il buco nero inghiottirà la ciambella intorno, generando una nuova isola di degrado. I comitati dei cittadini riprenderanno le proteste e dopo qualche anno il Comune interverrà, spendendo un’altra montagna di soldi. E così via all’infinito. È la storia di questa città. Altro che transizione ecologica. Totò avrebbe detto, “ma mi faccia il piacere”».

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