Omicron: bar, ristoranti e agriturismi in difficoltà

 

 

Roma, 25 Gennaio 2022 – Rispetto allo stesso periodo prima della pandemia le attività commerciali hanno subito forti danni a causa della variante omicron. Si tratta di una perdita di circa 1,5 miliardi di fatturato per bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi. Ciò emerge da un analisi di Coldiretti che traccia un bilancio degli effetti sui consumi della variante divenuta prevalente nel mese di gennaio, in occasione del primo calo degli attualmente positivi in Italia, con l’arrivo stimato al plateau della curva epidemica.

I contagi spaventano i consumatori

I locali si sono svuotati per il timore provocato dalla rapidità di diffusione dei contagi, per lo smart working e per il calo del turismo. Ma anche perché milioni di italiani sono dovuti restare a casa perché positivi al Covid, o hanno avuto contatti a rischio. O sono in quarantena o sono privi di green pass perché non vaccinati.

“La situazione di difficoltà non coinvolge solo le 360mila realtà della ristorazione ma” – riporta la Coldiretti – “si fa sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare assicurata da ben 740mila aziende agricole e 70mila industrie alimentari”.

“Il risultato è infatti una pioggia di disdette per le forniture di molti prodotti agroalimentari. Dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione” – precisa la Coldiretti – “rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato“.

Sostegno economico

La filiera agroalimentare in Italia ha una valore strategico per il Paese. “Le crescenti difficoltà devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico. Ciò, per salvare l’economia e l’occupazione della filiera agroalimentare nazionale che rappresenta la prima ricchezza del Paese. Ma è anche” – conclude la Coldiretti – “un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare”.

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