Natale 2020: negozi e centri commerciali aperti per lo shopping

Roma, 22 Novembre – Il 3 dicembre si decideranno le sorti del Natale 2020. In quella data scadrà il Dpcm in corso e verranno stilate nuove disposizioni che ci accompagneranno durante le feste. Alcune cominciano a delinearsi: se i dati lo permetteranno, sarà possibile spostarsi tra le regioni, mentre non ci saranno deroghe per feste e ritrovi in piazza a Capodanno.

Ipotesi

Previsto, forse, un Dpcm per il periodo dal 3 dicembre fino a ridosso di Natale e uno per le festività vere e proprie. Nessuna modifica sulla scelta dell’Italia divisa in zone. Consentito lo shopping per gli acquisti natalizi, con i negozi che potranno rimanere aperti in una fascia oraria più ampia per evitare assembramenti. Apertura dei centri commerciali nei fine settimana e nei giorni festivi. Contingentati gli ingressi non solo nei negozi ma anche in strade e piazze, soprattutto in alcune grandi città e nel weekend.
Apertura serale anche per ristoranti e pub mentre per il cenone in casa ci saranno raccomandazioni e non divieti, che sono inapplicabili. Plausibile l’ipotesi che non si possa essere più di sei a tavola. Quindi al massimo solo conviventi e parenti stretti.

Quanto agli spostamenti, interdetti nelle zone rosse e limitati in quelle arancioni, anche tra regioni sarà sempre consentito il ritorno alla residenza o al domicilio, ma non si prevede un esodo dal nord al sud paragonabile a quello di marzo scorso prima del lockdown.

Per quanto riguarda infine il coprifuoco, fissato attualmente alle 22 in tutta Italia, potrebbe essere spostato alle 23 o a mezzanotte, ma per la sera del 24 e per quella dei 31 c’è anche l’ipotesi che possa arrivare fino all’una di notte. Nessuna deroga sarà invece concessa per eventi in piazza o in altri luoghi d’aggregazione, né per le feste private. Soprattutto per Capodanno.

Dichiarazioni

Diversi ministri, a partire da quello della Salute Roberto Speranza, e gli esperti, ripetono da giorni che per il momento quello sul Natale è un dibattito “surreale”. Ma è stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte qualche giorno fa ad indicare quale sarà la linea del governo: «dobbiamo prepararci ad un Natale più sobrio. Veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci non saranno possibili». Fermo restando il ruolo centrale e decisivo che rivestirà l’andamento dei dati su ogni decisione. Questo non significa però chiusura totale, che equivarrebbe a dare il colpo finale al turismo e a migliaia di attività commerciali che nel periodo natalizio incassano più del 30% del fatturato annuo.

«Pensiamo che sarà possibile scambiarci i doni» – ha affermato infatti Conte – «e permettere all’economia di crescere».

«Questo Natale dobbiamo sforzarci di essere il meno numerosi possibile. Più si allarga la cerchia di persone che non si frequenta abitualmente e maggiore è il rischio. Dunque immagino si possa dire 5-6 persone al massimo, ma è ovvio che non sarà possibile controllarlo. Non saranno permessi ritrovi di piazza e feste. Saranno adeguatamente normati anche quei giorni perché, a differenza di questa estate, non ci saranno deroghe. Non possiamo immaginare una terza ondata» – afferma il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa – «mancano 40 giorni a Natale e in questo momento i dati epidemiologici ci dicono che non ci si può spostare tra Regioni. Ci aspettiamo che i numeri migliorino e che quindi siano possibili delle deroghe»

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