Nastri d’Argento, riconoscimento a Riccardo Giagni

 

 

Roma, 27 Aprile 2022 – «Sono molto grato, felice e onorato di aver potuto partecipare alla realizzazione di uno dei migliori documentari di questi ultimi anni, un film firmato da Roland Sejko. Le motivazioni di questo premio importante mettono in luce lo straordinario lavoro d’archivio che ha consentito al regista di illuminare una porzione della nostra storia recente (l’invasione e la guerra d’Albania, con i loro tragici sviluppi) ancora oggi sostanzialmente in ombra nella coscienza nazionale».

Ecco le prime dichiarazioni a caldo di Riccardo Giagni, rinomato musicista, compositore e studioso di Musica applicata al cinema, facente parte del direttivo dell’Associazione Compositori Musica per Film (ACMF), dopo aver appreso della vittoria ai Nastri d’Argento 2022 (Miglior Docufilm) de “La macchina delle immagini di Alfredo C.”, diretto dal regista albanese Roland Sejko, di cui Giagni ha composto le musiche.

La gioia di Riccardo Giagni per il riconoscimento

Emozionato, ha aggiunto: «Il sodalizio artistico che mi ha legato in questa e in una precedente occasione a Roland Sejko e al montatore Luca Onorati, ha prodotto un’opera molto integrata dal punto di vista di ciò che si vede e di ciò che si ascolta: uno di quei rari lavori in cui si invita lo spettatore di tendere l’orecchio oltre che lo sguardo allo schermo. È questo, in generale, il cinema che ci piace di più e che sembra dare la linea e anticipare gli esiti futuri di un’arte nobile e storicizzata, nel segno di una sensibilità sensoriale di nuovo tipo».

“La macchina delle immagini di Alfredo C.”, girato negli studi di Cinecittà, vede come unico interprete l’attore Pietro De Silva, prodotto e distribuito da Luce-Cinecittà.

Con filmati di repertorio che provengono dall’Archivio storico Luce, Archivio Centrale del Film d’Albania AQSHF British Pathé, Imperial War Museum, Kaleidoscope Moscow, Critical Past e Cineteca di Milano, questa pellicola (di genere documentario, biografico, storico) è girata dal regista albanese Roland Sejko.

Attraverso un’accurata ricerca tra i vari documenti dell’Archivio Centrale d’Albania, Roland Sejko trova il nome dell’operatore dell’Istituto Nazionale Luce in Albania, divenuto dipendente del Minculpop comunista.

La storia

Il documentario narra in sintesi di Alfredo C., che ha girato per cinque anni l’Albania con la sua cinepresa. Prima, per quasi un ventennio, ha immortalato la capillare macchina del regime. Da un giorno all’altro, deve fare lo stesso, ma per un regime comunista (Alfredo C., in pratica, da operatore di propaganda del fascismo diventa operatore cinematografico del comunismo).

Chiuso nel suo magazzino, circondato da migliaia di pellicole, Alfredo C. rivede su una vecchia moviola quello che ha girato. E oltre alla sua storia, escono fuori anche di quelle di 27.000 italiani trattenuti in Albania e altre di finzione.

Un lavoro filmico che permette di fare una profonda riflessione sulla responsabilità – di oggi, come di ieri – di chi produce immagini, e di chi le vede, e che è stato appena premiato con il Nastro D’argento.

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