Narcotraffico: arrestato boss operante nel nord Italia

 

 

Ravenna, 6 Febbraio 2021 – Mateo Gjepali, questo il nome del venticinquenne boss del narcotraffico operante nel nord Italia che è stato arrestato ed estradato dall’Albania.

Le indagini

Molto articolata l’indagine coordinata dalla procura della Repubblica di Ravenna e condotta dalla polizia di Stato in collaborazione con il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia. Gjepali è il secondo trafficante arrestato con ordinanza di custodia cautelare emessa dall’autorità giudiziaria ravennate. L’operazione antidroga dal nome “Pike” aveva, già alla fine del 2019, portato alla notifica del provvedimento in carcere del cugino Gazmend Gjepali. I due, insieme a un terzo componente, sono gravemente indiziati dello stoccaggio e detenzione di oltre 40 chili di eroina e armi, rinvenuti in un appartamento di Ravenna nel febbraio 2018.

L’arresto

L’operazione culminò con l’arresto di Gazmend, bloccato il 15 febbraio 2018 a Rimini dall’antidroga di Ravenna. Il quale stava consegnando 2 chilogrammi di cocaina e uno di hashish occultati a bordo della sua autovettura, appositamente preparata per il trasporto della droga. Durante le perquisizioni delle abitazioni da lui utilizzate il personale della squadra mobile ha fatto irruzione in un appartamento dove ha trovato un vero e proprio laboratorio. Qui, avveniva il taglio, la preparazione e il confezionamento di un ingente quantitativo di stupefacente. Il terzo componente del gruppo criminale, il trentaduenne Armand Kapidani, è ancora latitante.

I ritrovamenti

Dalle perquisizioni nei locali, presi in affitto esclusivamente ai fini di lavorazione e stoccaggio, sequestrati circa 42 chilogrammi di eroina, oltre 80 chili di sostanza da taglio (paracetamolo e caffeina). Ma anche, frullatori, un’impastatrice professionale per miscelare i composti e una pressa idraulica con stampi per il confezionamento dei panetti. Peraltro imponevano il loro predominio con due revolver e due pistole semiautomatiche, corredate dalle necessarie munizioni.

Gli elementi probatori acquisiti e gli esiti positivi delle indagini biologiche effettuate dal Servizio di Polizia Scientifica di Roma sui reperti Dna presenti nell’appartamento hanno consentito di attribuire la responsabilità dei reati contestati ai tre indagati. Rendendo chiaro il quadro indiziario in esito al quale il gip di Ravenna ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i tre albanesi. Prima di allora incensurati. 4 milioni di euro è il valore al dettaglio della droga sequestrata, in base alle analisi di laboratorio effettuate dalla polizia scientifica. Rilevata una percentuale di principio attivo superiore al 40%, che quindi avrebbe consentito ai trafficanti di quadruplicare il volume dello stupefacente.

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