Musica, John Lennon: 40 anni dalla scomparsa di un mito

Bruxelles, 8 Dicembre – Era un lunedì il giorno in cui, nel 1980, John Lennon fu raggiunto da quattro colpi di pistola alle spalle. Sparati da una distanza di circa tre metri, davanti al Dakota Building, nell’Upper West Side di Manhattan. 2 mesi prima aveva compiuto quarant’anni. Nel 1969 Lennon aveva affermato: «Non ho paura di morire, sono preparato alla morte perché non ci credo. Penso che sia solo scendere da un’auto per salire su un’altra»

L’aggressore

Il suo assassino, Mark David Chapman, aveva venticinque anni. Nato in Texas, cresciuto in Georgia, lavorava come guardia alle Hawaii. Soffriva di disturbi psichiatrici, era ossessionato dai Beatles, da John Lennon e dal romanzoIl giovane Holden” di J.D. Salinger. Nell’attesa dell’arrivo della polizia il giovane si mise a leggere proprio quel libro. «Ho appena sparato a John Lennon» furono le poche parole pronunciate in tono freddo e cinico.

Ispiratore

Icona, rockstar, predicatore, pacifista, femminista, alcolista, violento, genio, uomo, papà, cantautore, musicista. E a noi sono rimaste le canzoni.

È una delle più potenti icone mai prodotte dalla cultura popolare, un uomo che grazie alle musica e al suo impegno per la pace ha cambiato il mondo. Quest’anno, a causa della pandemia, non sono previsti tributi a New York per commemorare il quarantesimo anniversario della scomparsa.

Poche altre vicende legate a un artista hanno colpito tanto l’immaginario collettivo. Il numero di libri e rievocazioni, con il passare degli anni, non diminuisce: aumentaA 40 anni dalla sua morte il mito di John Lennon continua ad ispirare generazioni.

Un omaggio a John Lennon su un muro di Roma è la nuova opera dello street artist Harry Greb. Lennon è rappresentato con una giacca verde con scrittoImagine“, ma indossa i pantaloni e gli stivali da Santa Claus. Sotto la giacca una maglietta con scritto: “They are not robots”. Accanto all’artista c’è un robot con il logo di Amazon. Il robot ha un cartello con scritto “Happy Xmas working class hero”, in riferimento a una delle canzoni più note di Lennon. L’opera si trova all’Arco di S. Margherita, una traversa di via del Pellegrino, a pochi metri da Campo de’ Fiori.

Il patrimonio

Brian Epstein, negoziante di dischi di Liverpool, fu il primo alla quale i Beatles affidarono il loro portafoglio. Ritrovatosi, da un giorno all’altro, manager della band più importante del pianeta. Un mese più tardi, Brian Epstein lasciò questo mondo. Due anni più tardi il dibattito sul nuovo manager cui affidare le sorti economiche dei Beatles sarà tra i principali motivi dello scioglimento del gruppo.

Il suo patrimonio personale, all’epoca, era stimato in 200 milioni di dollari. Considerando la rivalutazione, parliamo di una cifra che non si discosta dagli attuali 620 milioni di dollari. Yoko Ono possiede qualcosa come 700 milioni di dollari. Sean Lennon, il figlio che ebbe da John, si attesta sui 200 milioni. Mentre Julian, primogenito dell’artista avuto da Cynthia Powell, possiede intorno ai 50 milioni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *