Milleproroghe, medici in corsia fino a 72 anni, per scelta

 

Roma, 14 Febbraio 2024 – Approvato l’emendamento di Fratelli d’Italia al decreto Milleproroghe che consente ai medici di lavorare in corsia fino a 72 anni. La possibilità riguarda dirigenti medici e sanitari, “anche al fine di far fronte alle esigenze di formazione e tutoraggio del personale assunto“, si legge nel testo, come anche di “fronteggiare la grave carenza di personale“. Può essere riammesso in servizio, con quei limiti, chi è andato in pensione dal settembre 2023. Dirigenti medici, sanitari e docenti universitari coinvolti non possono mantenere o assumere incarichi dirigenziali apicali.

Irpef agricola e scudo erariale

Via libera all’emendamento del Governo sul taglio dell’Irpef agricola per due anni, con cui si esentano i redditi agrari e dominicali fino a 10.000 euro e si riduce del 50% l’importo da pagare per quelli tra i 10.000 e i 15.000 euro. La modifica al decreto Milleproroghe approvata dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali che nella seduta notturna hanno proseguito l’esame.

Arriva anche una nuova proroga di sei mesi dello scudo erariale che solleva gli amministratori pubblici da responsabilità contabili in caso di colpa grave: la misura resta infatti in vigore fino al 31 dicembre 2024, come prevedono quattro emendamenti al decreto Milleproroghe, presentati in forma identica dai gruppi di maggioranza e approvati, dopo la riformulazione del Governo, dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera.

Contrarietà dall’Associazione magistrati della Corte dei conti. “La norma che ha introdotto lo scudo erariale, già al vaglio della Consulta perché sospettata di incostituzionalità, era stata adottata nel 2020, durante la pandemia. Una sua ulteriore proroga sarebbe contraddittoria e ingiustificata, in quanto, nonostante la fine del periodo di emergenza, avrebbe l’effetto di stabilizzare l’esclusione della perseguibilità delle condotte commissive gravemente colpose, esponendo il Paese al grave rischio di spreco di denaro pubblico, di gestioni opache di commesse pubbliche e di diffusione del malaffare” si legge in una nota.

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