Roma, 5 Luglio 2022 – Secondo il Mef (ministero dell’economia e delle Finanze) nei mesi di gennaio-maggio 2022 le entrate tributarie erariali ammontano a 188.674 milioni di euro. Dunque con un incremento di 18.562 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2021 (+10,9%).
Il Mef fa sapere che il “significativo incremento” è influenzato da tre fattori:
- trascinamento degli effetti positivi sulle entrate che si sono determinati a partire dal 2021;
- effetti del decreto Agosto, che nel biennio 2020-2021 avevano disposto proroghe, sospensioni e ripresa dei versamenti con possibilità di rateizzazione;
- effetti dell’incremento dei prezzi al consumo che hanno influenzato, in particolare, la crescita del gettito dell’Iva.
Gli italiani frenati dall’inflazione
La paura dell’inflazione ferma gli italiani che preferiscono tenere i soldi in banca. A fronte di una crescita dei prezzi senza freni, il potere d’acquisto delle famiglie italiane è salito nel primo trimestre solo dello 0,3% mentre il deflatore implicito dei consumi finali è aumentato del 2,2%.
Secondo l’Istat nei primi tre mesi il reddito lordo disponibile delle famiglie è aumentato del 2,6% rispetto al trimestre precedente. Ma nello stesso periodo, la propensione al risparmio delle famiglie è stata pari al 12,6% (+1,1 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2021). Questo a fronte di una crescita della spesa per consumi finali più debole rispetto a quella del reddito disponibile (+1,4% e +2,6% rispettivamente).
Il tasso di investimento delle famiglie consumatrici è stato pari al 7,2%, in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, a fronte di un aumento degli investimenti fissi lordi dell’8,1% e dell’aumento del reddito lordo disponibile del 2,6%.
In calo anche la quota di profitto delle società non finanziarie che è stata pari al 41,0%. In diminuzione di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. La flessione è la conseguenza di una lieve diminuzione del risultato lordo di gestione (-0,2%), a fronte di un aumento del valore aggiunto dell’1,4%. Nello stesso trimestre, a fronte di un aumento degli investimenti fissi lordi del 5,2%, il tasso di investimento delle società non finanziarie è aumentato di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, attestandosi al 24,1%.