Mattarella ricorda la strage di via Palestro

 

 

Roma, 27 Luglio 2023 – «Oggi è il 30º anniversario dell’attentato che la mafia compì tra il 27 e il 28 luglio a Milano in via Palestro e davanti le Basiliche romane di San Giovanni in Laterano e di San Giorgio al Velabro. A Milano fu una strage». Sono queste le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della strage avvenuta nel Capoluogo lombardo nel 1993, dove persero la vita «i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l’agente di Polizia municipale Alessandro Ferrari, il cittadino del Marocco Moussafir Driss.

Il ricordo di Falcone e Borsellino

«Quelle bombe» – ricorda Mattarella – «erano parte di una strategia terroristica che ha avuto il culmine negli agguati a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e che è proseguita fino a colpire siti artistici prestigiosi, simboli della bellezza e della storia del Paese, luoghi di significativa identità religiosa. Si è trattato di una sfida alla nostra convivenza civile, di un tentativo di minacciare e piegare lo Stato democratico, costringerlo ad allentare l’azione di contrasto al crimine e il rigore delle sanzioni penali».

Mattarella: «Difendere sempre libertà e democrazia»

Proseguendo nel suo discorso il capo dello Stato sottolinea come il Governo, la magistratura e il Parlamento riuscirono a non sottomettersi al volere criminale, assicurando i mafiosi e gli autori degli attentati alla giustizia. «Sconfitto il piano eversivo». I fatti dimostrano che libertà e democrazia vanno sempre tutelate «giorno dopo giorno» – conclude Mattarella – «per proteggerle dall’illegalità, dalle incursioni criminali. L’esperienza ha dimostrato che sconfiggere le mafie è possibile».

Cosa accadde

Nella prima metà degli anni ’90 il Paese si trovava nel pieno della seconda stagione dell’inchiestaMani pulite” (Tangentopoli) che scoperchiò come un vaso di Pandora, un sistema di corruzione che coinvolgeva imprenditori e politici. Tantissimi furono gli arresti eccellenti e in tanti si tolsero la vita, come Raul Gardini, “re” della chimica privata italiana. Nel ’92 mentre si celebrava il primo anniversario della morte dei giudici Falcone e Borsellino, la mafia cercava di spingere lo Stato a trattare e, proprio in questo clima di tensione, si configura l’attentato di via Palestro dove l’autobomba, una Fiat Uno piazzata davanti il Padiglione di arte contemporanea, esplose causando ingenti danni alla galleria e alle abitazioni limitrofe.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *