Lo smog tra le cause di morti in Italia, il Nord maggiormente colpito

 

Milano, 20 Gennaio 2021 – La città europea più colpita dalle morti per Pm2,5 è Brescia. Lo smog è presente in Europa e in particolare nell’Italia del Nord.

La Pianura Padana

Alta concentrazione la troviamo in gran parte della Pianura Padana. I ricercatori dell’Università di Utrecht, del Global Health Institute di Barcellona e del Tropical and Public Health Institute hanno pubblicato uno studio, finanziato dal ministero spagnolo per la Scienza e l’Innovazione. Sono 38 le città tra Italia, Polonia e Repubblica Ceca che registrano i numeri più alti di decessi legati al particolato fine (Pm2,5). Oltre a Brescia, al secondo posto c’è Bergamo, quarta Vicenza, ottava Saronno, in provincia di Varese.

Non solo Pm2,5

Lo studio analizza anche la mortalità da biossido di azoto (NO2): Madrid la città con maggior numero di decessi in Europa. Alta mortalità anche nelle città italiane. Infatti Torino e Milano sono, rispettivamente, al terzo e al quinto posto.

I risultati mostrano che 51mila morti premature da Pm2,5 e 900 da NO2 potrebbero essere evitate ogni anno, se le città prese in esame riducessero i livelli dei due inquinanti raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Applicando le linee guida Oms sul Pm2,5 a Brescia potrebbero essere evitati 232 morti l’anno e a Bergamo 137. Facendo lo stesso con l’NO2 a Torino, ci sarebbero 34 decessi in meno, e a Milano 103.

Il sindaco Dal Bono contesta dati non aggiornati

Lo studio sulla mortalità da smog in Europa che vede Brescia come prima città per morti da Pm2,5 in Europa «è datato. Brescia sta migliorando sistematicamente. Non avremo l’aria di Cortina perché rimaniamo una città critica, come tutta la zona pedemontana della Pianura Padana, ma non siamo la più critica». A dichiararlo all’agenzia di stampa LaPresse è il sindaco di Brescia Emilio Dal Bono. Primo cittadino della Leonessa d’Italia dal 2013.

Del Bono non contesta lo studio in sé ma l’uso di fonti datate. «Abbiamo appena presentato come comune di Brescia il primo documento – puntuale e rigoroso – con tutti i dati sull’andamento della qualità dell’aria e dei suoi effetti sanitari degli ultimi 18 anni, dal 2002 a 2019: credo che sia molto più attendibile questo studio», ricorda citando il “Primo rapporto Osservatorio Aria Bene Comune 2021”.

«Apprezziamo lo studio – precisa il sindaco – ma fa riferimento a fonti datate. Negli ultimi 10 anni abbiamo messo in atto importanti politiche ambientali, tra quelle di mobilità pubblica a quelle di riduzione delle emissioni. Ci siamo impegnati in prima linea nelle politiche ambientali tanto che – conclude – è la seconda voce del bilancio del Comune».

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