Libia, sospesa Najla al Mangoush

 

 

Tripoli, 28 Agosto 2023 – Il primo ministro del Governo di Tripoli Abdelamid Dbeibah, come confermato dalla piattaforma governativa Hakomitna, ha sospeso in via preventiva, la ministra degli Esteri Najla al Mangoush e ha sporto denuncia contro di lei per avviare delle indagini penali.

Come diffuso dal sito Alwasat, sarà istituita una commissione investigativa presieduta dal ministro della Giustizia che indagherà sulla al Mangoush per stendere un rapporto a Dbeibah entro massimo tre giorni. Momentaneamente alla direzione del ministero degli Esteri ci sarà Fathallah Abdullatif al-Zini, ministro della Gioventù.

Un incontro segreto

La sospensione sarebbe arrivata in seguito a un incontro segreto avvenuto la scorsa settimana a Roma tra Najla al Mangoush e il suo omologo israeliano Eli Cohen. Più volte la ministra ha voluto sottolineare la casualità dell’incontro, avvenuto “per caso”, e “niente di ufficiale”, ma da subito la notizia si è diffusa a macchia d’olio provocando alcune proteste a Tripoli e in altre Città della Libia. Alcuni manifestanti, come confermerebbero alcune foto e video postati su Twitter (X), che temono una normalizzazione dei rapporti con Israele, infatti sono scesi in piazza e hanno bloccato le strade, dato fuoco a pneumatici sventolando bandiere palestinesi.

Iniziativa diplomatica

Le autorità israeliane invece hanno affermato che l’incontro avvenuto nella Città eterna rappresenta “la prima iniziativa diplomatica di questo tipo tra i due Paesi”. Sembra infatti che Cohen avrebbe affermato che con al Mangoush abbiano discusso dell’importanza di preservare il patrimonio degli ebrei libici, incluso anche il rinnovamento delle sinagoghe e dei cimiteri ebraici nel Paese, aggiungendo che “la posizione strategica e le dimensioni della Libia offrono una grandissima opportunità per lo Stato di Israele”.

Accordi di Abraham

La posizione di Israele negli ultimi anni si è normalizzata grazie anche agli accordi di Abraham, siglati nel 2020 tra Emirati Arabi Uniti, Israele e Usa, ma il Governo del primo ministro Benjamin Netanyahu è stato più volte oggetto di numerose e aspre critiche da parte di alcuni Stati arabi che da sempre hanno lamentato l’espansione degli insediamenti ebraici nei territori in Cisgiordania.

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