La Molisana sotto accusa. Come la pasta può diventare fascista

Campobasso, 6 Gennaio 2021 – Lo storico pastificio La Molisana è sotto accusa per i nuovi formati di pasta. I quali sono bersagliati sui social network per la vicenda dei presunti formati di pasta “fascisti” lanciati dall’azienda di Campobasso.

I fatti del 4 gennaio 2021

Il fotografo Nicola Bertasi  il 4 gennaio alle 12:30 pubblica un post su Facebook. «Oggi compro le conchiglie rigate al supermercato molto sbadatamente e di gran fretta. Rientrando a casa leggo il nome della pasta. Abissine rigate. Preso decisamente alla sprovvista mi dico che sarà sicuramente lo pseudonimo di un personaggio folkloristico dì Campobasso. Pieno di fiducia nel Molise e nei molisani vado a fare una breve ricerca sull’origine del nome di questa variante elegante delle conchiglie. In un baleno finisco dritto dritto sul sito della Molisana. Ecco quello che leggo. “Di sicuro sapore littorio” “celebrazione della stagione del colonialismo”. Stagione del colonialismo. Stagione. La parola dal sapore calcistico “stagione” associata al dramma coloniale italiano, buttata come si fa con la pasta nell’acqua calda, con tale inaudita frivolezza sul sito patinato di un marchio italiano nel 2021. Dopo le vicissitudini dell’omofoba Barilla finisce anche il mio rapporto conla fascistaMolisana. Garofalo non mi tradire. Pasta Garofalo per favore. Quanto lavoro c’è ancora da fare».

Bertasi decide di condividere col mondo la sentenza: “Molisana fascista”.

La scheda-prodotto della pasta

“Le ‘abissine’, presenti anche nei cataloghi di molti altri pastifici, sono uno dei tanti tipi di pasta nati nella prima metà del Novecento e denominati in omaggio alla cronaca e all’attualità dell’epoca: nello specifico il nome richiama alla conquista dell’Abissinia (poi Etiopia) durante gli Anni Trenta, in pieno fascismo”. La scheda-prodotto (come tutte quelle sul sito di  La Molisana) racconta in poche righe la storia e le vicende del formato in questione. E infine dà suggerimenti su cottura e ricette.

La pasta è parte del patrimonio culturale e industriale dell’identità italiana e delle sue aziende più riconosciute nel mondo. Ancora oggi sono utilizzati alcuni formati di pasta con nomi dell’epoca di produzione. Ci sono le tripoline che richiamano alla conquista della Tripolitania nel 1912. Le mafalde che omaggiano un importante membro della famiglia Savoia. E ciò perché si tende a dare al nome storico della pasta secca un significato di gradevolezza e di riconoscibilità nel tempo.

Ma il fotografo non è il solo

Da quella mattina circolano in rete molti post che sottolineano i nomi dei formati di pasta a ideologie dello scorso secolo. Fra i tanti Niccolò Vecchia che sul suo profilo Facebook scrive un altro attacco all’azienda. La invita a scusarsi e minaccia pubblicamente di smettere di comprarla. Poi a seguito del nostro articolo (questo, ndr) risponde su Twitter «Il mio post era una critica a un testo su un sito e, in conclusione, alla scelta di tenere quel nome per quel formato di pasta. Non ho invitato nessuno a boicottare nessuno e ho subito dato conto della versione dell’azienda».

La Molisana sotto attacco

Prontamente la scheda-prodotto viene modificata. Ma ormai il web è insorto: l’hashtag #lamolisana raggiunge risultati impressionanti. E commenti dello stesso tenore: accuse di bullismo, cattiveria gratuita, minacce di boicottaggi, insulti, calunnie. L’espediente più utilizzato è dare un significato totalmente diverso nella sintassi stessa della scheda incriminata. Il “sapore” (inteso come “atmosfera”) viene scambiato per sapore inteso come “gusto” e subito si parla di fascismo e di indignazione verso chi celebra il “sapore littorio”. Da lì al “Dire sapore littorio è indifendibile” è un passo. Senza neppure, come succede spesso in rete, soffermarsi sulla spiegazione del testo. E il vecchio formato di pasta viene scambiato per un nuovo prodotto.

L’intervento dell’Anpi

Le prese di posizione sono in breve tempo a livello altissimo: intellettuali, politici, semplici cittadini ed ex presidenti della Camera dei deputati. Tutti si sentono in diritto di bacchettare La Molisana, nessuno spiega nei dettagli quale sia stata la dinamica. È costretta ad intervenire perfino l’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi) per provare ad arginare i malintesi. In un comunicato ricorda, tra le altre cose, che “i titolari della Molisana sono sempre stati storici sostenitori delle Feste dell’Unità in zona“.

Epilogo

L’azienda dopo aver subìto 24 ore e più di gogna mediatica pubblica uno stringatissimo comunicato , da alcuni letto come una resa totale e senza condizioni. La Molisana si scusa, considera unerroreaver tenuto in produzione le “abissinee le “tripolinee annuncia che questi formati storici saranno ribattezzati.

Dopo qualche ora nel sito de La Molisana le Abissine non ci sono più e il formato numero 25 prende il nome di Conchigliele Tripoline diventano Farfalline. La Molisana fattura 150 milioni e ha le spalle piuttosto larghe. Forse alla fine guadagnerà perfino da questa storia.

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